Caforio: "Carceri, negato il diritto alla salute"

A Perugia, una "maratona oratoria" evidenzia le criticità delle carceri umbre, tra sovraffollamento, carenze sanitarie e mancanza di personale. Avvocati e magistrati denunciano la situazione drammatica, con gravi conseguenze sui detenuti, tra cui un alto tasso di suicidi.

Caforio: "Carceri, negato il diritto alla salute"

Caforio: "Carceri, negato il diritto alla salute"

PERUGIA - Una "maratona oratoria" per riportare l’attenzione sulle condizioni dei detenuti nelle carceri umbre. Una situazione che, lo racconta il bollettino quasi quotidiano di disordini e violenze, è esplosiva. E drammatica se si considera l’altissimo numero di suicidi che caratterizza il 2024 in tutta Italia.

Di fronte alla sede del tribunale penale di Perugia si sono alternate, nell’iniziativa promossa dalla Camera penale di Perugia, le voci di avvocati e magistrati per ribadire la criticità di cui sono testimoni ogni giorno, tra carenze e sovraffollamento, ma anche assenza di strumenti e personale idonei ad affrontare, per esempio, patologie dietro le sbarre. "Sovraffollamento e mancato rispetto dei diritti essenziali ci fanno trovare difronte a una vera e propria miscela esplosiva" nelle carceri d’Italia e dell’Umbria, dove quello alla salute "è il principale diritto che in questo momento manca" ha commentato l’avvocato Giuseppe Caforio, garante regionale dei detenuti, intervenuto alla "Maratona oratoria".

"La civiltà di un Paese - ha detto Caforio - si misura anche su come sono le condizioni delle carceri e, in questo momento, quelle italiane e quelle umbre hanno carenze sanitarie gravissime. Ci sono persone con patologie oncologiche, cardiopatiche, non seguite con quella che è la doverosa necessità di assicurare il diritto alla salute costituzionalmente previsto. Poi ci sono una marea di patologie molto gravi, anche di natura psicologica e psichiatrica che sono lasciate a sé stesse. Quindi buona parte dei problemi legati ai suicidi, all’autolesionismo, di cui si conosce poco, sono legati anche alla carenza sanitaria".