MICHELE NUCCI
Cronaca

Caldo, soffrono gli anziani Tanti finiscono in ospedale "Occhio ai primi sintomi"

A Geriatria quattrocinque ricoveri al giorno, con barelle lungo i corridoi. Mecocci: "Le alte temperature e la solitudine hanno complicato il ’quadro’".

Caldo, soffrono gli anziani Tanti finiscono in ospedale "Occhio ai primi sintomi"

di Michele Nucci

Siamo ormai nel pieno della più intensa ondata di caldo di questa estate e anche nel capoluogo umbro molti reparti in ospedale sono costretti a un super lavoro. I primi effetti si sono fatti sentire la settimana scorsa in pronto soccorso, mentre adesso è in crescita anche il numero dei ricoveri, soprattutto di persone anziane. "Sì, in effetti la situazione è in evoluzione – spiega Patrizia Mecocci, direttrice del reparto di Geriatria al Santa Maria della Misericordia di Perugia – i ricoveri sono in crescita nel mio reparto ma anche in altri naturalmente, cardiologia o ortopedia solo per citarne un paio legati alle patologie degli anziani". A Geriatria ci sono 24 letti, con 45 ricoveri al giorno e alcune inevitabili barelle in questo periodo.

Quali sono le condizioni di criticità che manifestano queste persone?

"Scompensi cardiaci, difficoltà respiratorie accentuale dal caldo. Ci sono pazienti con peggioramento delle funzioni cognitive, spesso sono più agitati, più aggressivi direi".

Il problema principale è sempre quello della disidratazione?

"Certo, è noto che le persone di una certa età non hanno lo stimolo della sete. E se non c’è qualcuno che li controlla, che li stimola appunto frequentemente, il problema si accentua. Ma a volte sono loro stessi che hanno difficoltà di accesso all’idratazione perché magari hanno ridotta mobilità, sono allettati, o con sindromi gravi. Ci sono quindi condizioni patologiche, ma anche ambientali e sociali che non vanno sottovalutate".

Nel suo reparto com’è cambiato il quadro rispetto a 10-15 anni fa rispetto al caldo?

"Si parla a volte di ricoveri inappropriati anche in questi casi, ma in verità gran parte sono appropriati, proprio perché le condizioni degli anziani sono cambiate: c’è una rete familiare e sociale fortemente indebolita che li rende più soli e quindi più deboli. La medicina territoriale si è indebolita anch’essa e quindi quando vengono da noi è perché hanno davvero bisogno. A volte capita che ci sono bravi medici di famiglia che riescono a ‘curarli’ anche a casa, ma anche i colleghi sono sempre meno e non riescono a far fronte alla richiesta, dato che la popolazione anziana è sempre più numerosa e sempre più sola".

Quali sono i sintomi per cui l’assistente o il familiare di un anziano deve allarmarsi?

"Beh l’aumento dell’ansia, la sensazione di oppressione, la respirazione che si fa affannosa. Oppure l’anziano può diventare più sonnolento, o appare disorientato, poco presente a se stesso o ha difficoltà ha effettuare attività motorie di base, come alzarsi dalla poltrona o andare in bagno".

Come idratarli al meglio?

"La frutta e la verdura di stagione sono i migliori prodotti, molto meglio di altre ’cose’ diciamo così. Così le albicocche ad esempio, o le banane ricche di potassio. A volte un buon frullato per chi si rifiuta di mangiare o non può mangiare la frutta a pezzi è la miglior cosa. O se non vogliono acqua, si può allungare con un succo di frutta, oppure dare loro il cocomero che è ricchissimo di acqua".