MICHELE NUCCI
Cronaca

L’Umbria che invecchia. Meno bimbi, più anziani: persi in 10 anni oltre 40mila residenti

Giuseppe Coco, di Agenzia Umbria Ricerche, anticipa i dati sull’aggiornamento della popolazione. Gli over 65 rappresentano il 27%. “Traiettoria chiara, che non dà segnali significativi di inversione”

Istat: nel 2024 la fecondità in Italia scende a 1,18 figli per donna, superando il minimo storico del 1995

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Perugia, 13 aprile 2025 – “Nel corso di poco più di vent’anni, la demografia umbra ha subito una trasformazione profonda. La riduzione della popolazione, il calo delle nascite e l’aggravarsi del saldo naturale negativo delineano una traiettoria chiara, che fra l’altro non dà segnali significativi di inversione. In questo quadro, le migrazioni rappresentano l’unico fattore in grado di rallentare il processo, senza tuttavia arginarlo. La fotografia che emerge è quella di una regione sempre meno in equilibrio, che deve fare i conti con una popolazione che invecchia, si restringe e cambia lentamente composizione. Un equilibrio – se così lo vogliamo definire – che può offrire spunti preziosi per ulteriori riflessioni sul futuro del territorio, della sua economia e della sua coesione sociale”. E’ la riflessione di Giuseppe Coco, di Agenzia Umbria Ricerche, che anticipa i dati che giovedì presenterà l’Istata sull’aggiornamento della popolazione in Umbria. Popolazione che è tornata ai livelli di 20 anni, al 2005 appunto, quando i residenti erano 849mila e spiccioli. Ora, al 1° gennaio 2025 è di 851.954 persone. “L’evoluzione demografica della popolazione umbra dal 2001 al 2025 mostra due fasi distinte: una crescita costante fino al 2013 – spiega Coco -, seguita da una contrazione persistente. Il massimo storico è stato toccato nel 2013 con 892.742 residenti. Da quel momento in poi la curva si è invertita, arrivando ai numeri odierni”.

La perdita di oltre 40mila residenti registrata in Umbria tra il 2014 e il 2025 non ha colpito in modo uniforme tutte le fasce d’età. A diminuire sono stati soprattutto i bambini e le persone in età attiva, mentre la componente anziana ha continuato a crescere, rafforzando la tendenza all’invecchiamento strutturale. Nel 2024, gli over 65 rappresentano il 27% della popolazione umbra, contro il 23% del 2004. La popolazione tra i 15 e i 64 anni è scesa di quasi tre punti percentuali, mentre quella tra 0 e 14 anni ha perso un punto secco.

Alla riduzione dovuta al saldo naturale negativo – che riflette più decessi che nascite – si è aggiunto un saldo migratorio in uscita che, pur contenuto, ha inciso soprattutto tra i giovani adulti, in particolare nelle aree più fragili della regione. “Il declino ha raggiunto il suo picco nel 2022 – continua Coco -, con una riduzione della popolazione pari a -7,7, uno dei valori più elevati dell’ultimo ventennio. Negli ultimi tre anni si osservano segnali (deboli) di stabilizzazione: tra il 2023 e il 2025 la popolazione si riduce di circa 4.450 unità, con tassi annui inferiori rispetto al picco negativo del 2022. Il fenomeno potrebbe suggerire un primo accenno a una nuova fase, ma non ancora una vera inversione di tendenza. Nel 2008 – conclude - si raggiunge il massimo del millennio in termini di nascite: 8.271. Da allora, il dato è crollato sotto le 5.000 unità nel 2022 (4.725 nel 2024), con una perdita superiore al 40% rispetto al picco e il calo non sta mostrando segnali di recupero”.