Nello scenario mondiale dove i conflitti sono ormai all’ordine del giorno, l’Umbria può rappresentare un esempio e un simbolo, grazie alla campagna di mobilitazione popolare sul disarmo "La casa brucia", promossa dalle associazioni Umbrialeft e Il coraggio della pace, con la partecipazione dei 5Stelle. Ne parliamo con Stefano Vinti, coordinatore di Umbrialeft.
1 L’Umbria portavoce di pace: come pensate di far cessare il fuoco?
"Non c’è possibilità di fermare le guerre senza stop agli armamenti. Mentre il Parlamento si appresta a votare il quarto invio di armi per una cifra che sfiora i 13 miliardi di euro, la terra di Aldo Capitini e San Francesco intende dare un segnale preciso anche grazie al percorso istituzionale rinnovato in Regione e nel Comune di Perugia".
2 Quali gli strumenti politici per dare il segnale?
"Il fatto che la presidente Proietti abbia deciso di reintrodurre la delega alla pace, affidata all’assessore Barcaioli, dà la cifra di come la nostra piccola regione può rappresentare un simbolo".
3 I Municipi cosa fanno?
"Il Comune di Marsciano con il sindaco Michele Moretti è stato il primo ad approvare la mozione presentata in occasione dell’avvio della Campagna".