SILVIA ANGELICI
Cronaca

Caporalato, arrestato imprenditore di Trevi

L'uomo, impegnato nel settore del legname, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato ai danni di tre persone

Investigatori al lavoro

Investigatori al lavoro

Trevi, 12 ottobre 2024 – Scattano gli arresti per un imprenditore impegnato nella lavorazione del legname.  68 anni, italiano, l'uomo è stato arrestato a Trevi (Perugia) per caporalato, dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Perugia, con la collaborazione di militari della stazione di Trevi, dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Perugia e dei mediatori culturali dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. E' ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato, ai danni due lavoratori di nazionalità pakistana e uno di nazionalità senegalese. L'attività investigativa è stata svolta nell'ambito del Progetto multi-agenzia Alt Caporalato Due, finanziato dal fondo Politiche migratorie del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e nell'ambito della vigilanza Empact joint action days contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura.

Tutti i lavoratori - riferisce l'Arma - seppur titolari di contratto e in possesso di regolari titoli di soggiorno sul territorio italiano, risultavano essere impiegati in condizioni di sfruttamento in considerazione di una sistematica retribuzione palesemente difforme da quella prevista dai contratti collettivi nazionali e sproporzionata rispetto al lavoro prestato. Questo in violazione della normativa relativa all'orario di lavoro e al riposo settimanale, in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, esponendo in modo tale gli stessi a pericolo per la salute la sicurezza e l'incolumità personale.

I tre lavoratori vivevano inoltre in alloggi particolarmente degradanti. Sono state rilevate - hanno riferito ancora i carabinieri in una nota - reiterate inosservanze tra cui la mancata formazione dei dipendenti, non addestrati nell'utilizzo di specifica attrezzatura da taglio, il mancato adeguamento del luogo di lavoro con attrezzature antincendio e presidi di primo soccorso pur essendo presente un'ingente quantità di materiale altamente infiammabile all'interno del capannone, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale anche in considerazione di pregressi infortuni sul lavoro occorsi a due dei dipendenti presenti e ad altri che avevano già cessato il rapporto di lavoro.

Al termine degli accertamenti, l'uomo è stato dichiarato in stato di arresto e, come disposto dalla Procura della Repubblica di Spoleto, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Il giudice del Tribunale di Spoleto ha convalidato l'arresto e confermato i domiciliari. I carabinieri, infine, oltre ad elevare sanzioni per circa 18.000 euro, hanno sequestrato il capannone (del valore di 370.000 euro), sede operativa dell'azienda, e tutto il materiale in esso contenuto, comprese le attrezzature da lavoro e i mezzi di trasporto.