"Caporalato, servono impegni precisi". La Cgil chiede la ’rete della qualità’

Oggi il vertice a Palazzo Donini: "Contributi solo alle aziende certificate"

"Caporalato, servono impegni precisi". La Cgil chiede la ’rete della qualità’

Oggi il vertice a Palazzo Donini: "Contributi solo alle aziende certificate"

PERUGIA – "Non si può più parlare di fatti episodici: le attività ispettive e le inchieste sul caporalato in Umbria, in particolare in agricoltura, hanno portato alla luce, nell’arco di pochi mesi, una situazione assolutamente allarmante. Per questo è importante che la cabina di regia convocata per domani in Regione produca impegni precisi e non solo buone intenzioni". Ad affermarlo in una nota sono Luca Turcheria, segretario generale della Flai Cgil Umbria, e Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria. "Nel luglio 2021 - ricordano i due sindacalisti - è stato firmato nella nostra regione il protocollo d’intesa per attività di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura. Un buon documento che sollecita in particolare l’attivazione anche in Umbria della rete del lavoro agricolo di qualità, della quale possono entrare a far parte le aziende che dimostrano il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, applicazione dei contratti e sicurezza. Chiediamo che anche nella nostra regione vengano istituite le sezioni territoriali, ma non solo - continuano Turcheria e Paggio - pensiamo sia necessario sollecitare l’iscrizione delle imprese agricole, attraverso la previsione di premialità in merito all’accesso a bandi e risorse". Nel frattempo, la Flai Cgil dell’Umbria si è costituita parte civile in un processo per caporalato, presso il tribunale di Perugia, che interessa oltre 30 lavoratori.