Terni, 9 novembre 2024 – Cento chilogrammi di carne infestata da parassiti sono stati sequestrati dai carabinieri nell’ambito di controlli straordinari che hanno riguardato esercizi commerciali nella zona di viale Brin. L’operazione, riferisce l’Arma, risale ai giorni scorsi nel contesto di verifiche mirate al rispetto delle norme igienico-sanitarie nella conservazione di alimenti per la vendita al pubblico. Oltre ai militari del comando provinciale, hanno preso parte ai controlli gli addetti del nucleo antisofisticazione regionale, esperti in questo tipo d’ispezioni. Nel mirino, come detto, alcuni esercizi commerciali in viale Brin. Le verifiche hanno riguardato numerosi negozi tra rivendite di generi alimentari e altri esercizi di vendita al dettaglio. E’ scattato il provvedimento amministrativo della sospensione dell’attività imprenditoriale a tempo indeterminato, fino al ripristino delle condizioni che garantiscano la piena idoneità igienico-sanitaria, per una macelleria gestita da un quarantaquattrenne di origini straniere.
Nel locale i carabinieri hanno riscontrato cattive condizioni igieniche e in particolare il pessimo stato di conservazione della carne, risultata addirittura infestata da parassiti, tanto da procedere al sequestro di un quantitativo di circa cento chilogrammi. “La trichinosi è un ’infezione che si contrae mangiando carne contaminata cruda o poco cotta – si legge su msdmanuals.com –. Inizialmente si manifestano nausea, diarrea e crampi addominali, in seguito si sviluppano dolore muscolare, debolezza, febbre, cefalea e talvolta infiammazione di altri organi. Diverse settimane dopo l’infezione iniziale, un’analisi del sangue per rilevare gli anticorpi contro il nematode Trichinella può confermare la diagnosi”.
I controlli sulle condizioni di conservazione dei prodotti e più in generale igienico-sanitarie hanno riguardato anche un “bazar” nel centro cittadino: qui l’attività ispettiva ha evidenziato che la titolare, una quarantunenne straniera, commercializzava articoli per l’igiene personale risultati però privi di qualsiasi informazione destinata ai consumatori in lingua italiana, come previsto dal codice del consumo. In questo caso i carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro di di 1.100 prodotti tra detergenti per la pelle e creme, elevando alla proprietaria una multa di 1.032 euro.