Caro-energia, l’Ast alza la voce: "Distorsione della concorrenza"

L’azienda inaugura l’esposizione “La grande opera“ sull’impianto di Galleto e rilancia la questione dei costi

Caro-energia, l’Ast alza la voce: "Distorsione della concorrenza"

Dimitri Menecali, ad di Arvedi-Ast

"Ast paga l’energia elettrica, che è la prima voce di costo per un’acciaieria, tre-quattro volte più dei concorrenti europei. Siamo di fronte a un caso di mancanza di competitività e distorsione della concorrenza. Per poter mantenere tutti i nostri impegni, che sono confermati, chiediamo di risolvere in modo strutturale questa diseconomia". Così il vicepresidente del Gruppo Arvedi, Mario Arvedi Caldonazzo, a margine dell’inaugurazione della mostra “La grande opera - Potenza e ingegno“ al PalaSì. "Dal nostro arrivo nel febbraio del 2022, l’azienda ha già lanciato investimenti per 250 milioni di euro - ha ricordato Caldonazzo -, 150 dei quali saranno pagati entro la fine del 2024 e quindi realizzati. Abbiamo anche incrementato il numero dei dipendenti, segno che non ci sono difficoltà nel mantenere gli impegni ma serve che Ast-Arvedi sia messa nelle condizioni di competere, non solo a livello europeo ma anche nei confronti dei produttori asiatici, una concorrenza ad oggi ‘imbattibile’". Sull’incontro di mercoledì al ministero, così Caldonazzo: "Si tratta di un incontro tecnico, ci è stato detto che ci saranno delle proposte e le valuteremo con attenzione". Per l’ad di Arvedi-Ast, Dimitri Menecali, "l’obiettivo del piano industriale è di rilanciare l’azienda e di renderla leader del mercato europeo". "Resta invariata - ha proseguito - la forza con cui portiamo avanti il piano di rilancio ma è ovvio che se permangono queste differenze nel costo dell’energia, rispetto ai nostri competitor europei, tutto ciò rischia di essere vanificato".

La mostra, che celebra i 140 anni delle Acciaierie, è incentrata sull’acqua come forza motrice dell’industria siderurgica, attraverso il più imponente impianto di derivazione - quello di Galleto - mai realizzato in Italia tra ‘800 e ‘900. "Mentre da un lato possiamo contare sulle migliori professionalità del settore – rileva l’ad Menecali che nei giorni scorsi alla Commissione attività produttive della Camera aveva evidenziato come l’occupazione di Ast sia a rischio in assenza di misure strutturali sui costi energetici – , dall’altro ci vediamo penalizzati rispetto alla concorrenza per quello che dovrebbe essere il nostro punto di forza naturale: la disponibilità di risorse energetiche rinnovabili. La mostra ha il compito di mantenere alta l’attenzione su questo argomento determinante. Attraverso filmati, installazioni e pannelli immersivi, raccontiamo l’affascinante storia del più imponente impianto di derivazione mai realizzato in Italia tra ’800 e ’900: il sistema di condotte e turbine per l’adduzione delle acque dal Velino e la conseguente trasformazione della potenza della Cascata delle Marmore in energia".

"Così come alla fine dell’800 la questione energetica trovò soluzione con la “Grande Opera”, crediamo fermamente che oggi, con le moderne infrastrutture già esistenti e nel pieno delle esigenze legate alla modernizzazione ambientale, si possa individuare un assetto che ci consenta di competere sul mercato ad armi pari e di continuare ad assicurare benessere e prosperità al sistema locale e nazionale", conclude Menecali.

Stefano Cinaglia