REDAZIONE UMBRIA

Casa Ancarano a Norcia Condannato Alemanno

Un anno e tre mesi a sindaco, presidente della Pro loco e al direttore dei lavori. Ammenda da 60mila euro. Le difese annunciano ricorso in appello

Un anno e tre mesi di reclusione, una ammenda pecuniaria di 60mila euro e gli oneri della demolizione. È la condanna nel processo di primo grado dinnanzi al tribunale di Spoleto nei confronti del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, del presidente della Proloco di Norcia Venanzo Santucci e del direttore dei lavori Riccardo Tacconi, coinvolti nel procedimento penale relativo alla costruzione di Casa Ancarano a Norcia. I fatti risalgono al 2017 ed emersero in seguito all’emergenza terremoto del 2016. Gli imputati sono stati condannati per violazioni al Testo unico dell’edilizia. Secondo l’accusa i lavori per la costruzione di Casa Ancarano, sono stati avviati illecitamente perché autorizzata "con l’ordinanza sindacale 762 del primo agosto 2017 in deroga al necessario titolo abilitativo, nella specie costituito dal permesso a costruire". La struttura temporanea avrebbe avuto natura e finalità permanenti in un’area vincolata, per la cui realizzazione sarebbe stata obbligatoria anche l’autorizzazione paesaggistica. Gli avvocati della difesa del sindaco Alemanno, Massimo Marcucci e Luisa Di Curzio, sono pronti a ricorrere in appello.

"Si tratta di una decisione che reputo in contrasto non solo con il diritto ma soprattutto con la giustizia – sottolinea il professor David Brunelli dello Studio legale Brunelli che difende Santucci e Tacconi – . La popolazione di Ancarano attendeva da anni che qualcuno potesse restituirle la speranza di una ripresa di vita in quei territori martoriati, la prospettiva di una ricostruzione non solo fisica ma anche morale e psicologica del tessuto sociale e umano. Ebbene questa attesa è rimasta profondamente delusa. Non appena avremo letto le motivazioni della sentenza proporremo appello".