CLAUDIO LATTANZI
Cronaca

Casa di comunità in piazza Duomo. Ricorso al Tar ’minaccia’ il progetto

Orvieto, il cantiere non è stato ancora avviato e i tempi di realizzazione della struttura rischiano di slittare

L’area del cantiere

L’area del cantiere

Il ricorso da parte di due aziende escluse dall’appalto rischia di trasformarsi in una ipoteca sul progetto per la realizzazione della Casa di comunità in piazza Duomo. I lavori che sono stati finanziati dalla Regione con i soldi del Pnrr per sette milioni e 717mila euro, devono essere obbligatoriamente terminati entro marzo del 2026 anche se il termine era stato inizialmente fissato al 31 dicembre 2025. La gara è stata aggiudicata nel marzo del 2024. Al momento non è dato sapere se ci saranno altre proroghe. Se la scadenza dovesse essere superata, i finanziamenti dovranno essere restituiti e l’ambizioso progetto destinato a rimanere incompiuto.

Un incubo burocratico che richiama alla mente gli enormi ritardi che si accumularono a suo tempo per la realizzazione dell’ospedale di Ciconia, anche se lì la causa dello slittamente pluridecennale dei tempi di consegna fu legata al fallimento dell’azienda costruttrice. Il problema è che i lavori di piazza Duomo non sono ancora neanche partiti proprio a causa del ricorso al Tribunale amministrativo regionale, che era stato presentato da due aziende escluse dall’aggiudicazione dell’appalto, cioè il Consorzio Stabile Energos e il Consorzio Stabile Artemide. Il Tar ha riammesso il primo Consorzio e con riserva anche il secondo. La scadenza dei lavori è stata dunque spostata, ma il tempo necessario per completare l’intervento è comunque indicato tassativamente in 672 giorni secondo il capitolato dell’appalto.

Si è insomma innescata una corsa contro il tempo che non fa stare troppo tranquilli. Inizialmente, se non ci fossero stati i ricorsi, i lavori, da quello che si deduce dai documenti in nostro possesso, avrebbero dovuto prendere le mosse intorno alla fine 2023 mentre in piazza Duomo il cantiere non è stato ancora aperto. Un rischio in merito al quale la politica orvietana rimane in silenzio ad eccezione del Movimento Cinque Stelle che lancia l’allarme. "Sono previste delle penali per l’azienda appaltatrice, e questo preoccupa; non vorremmo che i lavori non fossero ancora iniziati proprio per evitare il pagamento delle penali per la mancata consegna entro i termini, perché i tempi perentori,potrebbero non essere sufficienti per realizzare l’opera" dice il gruppo territoriale del M5S medio Tevere Orvietano.

Cla.Lat.