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Una donna vittima di apprezzamenti pesanti
In Italia il catcalling, forse sottovalutandone la gravità, non è considerato un reato, a differenza di altri paesi europei. Per capirne il motivo abbiamo intervistato l’avvocata Camilla Carpagnano. "Il catcalling - spiega la legale - si può ricondurre al “reato di molestie” quando i comportamenti diventano insistenti, invadenti e continui, come recita l’Articolo 660 del c.p. : “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516”.
Ciò che differenzia il catcalling dal reato di molestie è il bene giuridico protetto dalla norma, che nel caso del reato di molestie, è rappresentato dalla tutela dell’ordine pubblico e non della dignità della persona. Il catcalling può configurare il reato di stalking quando le molestie rappresentano una vera e propria persecuzione nei confronti di un singolo soggetto. Esso è punito con la reclusione da uno a sei anni ed è considerato grave perché compromette la serenità e la sicurezza psicologica della vittima, limitandone la libertà personale e la possibilità di condurre una vita normale.
Nell’ambito della tutela delle donne, dal 2009 ad oggi si sono fatti numerosi passi avanti: sono state pubblicate leggi contro lo stalking, i comportamenti persecutori verso una donna, la violenza domestica e il femminicidio.