La città rende omaggio a Gianni Rodari e al rapporto speciale che il grande scrittore dell’infanzia aveva con Orvieto a cui la famiglia donò un importante fondo costituito da materiale editoriale. A 50 anni dalla pubblicazione dell’unico saggio teorico lasciato dallo scrittore di Omegna, esperti dell’opera rodariana e studiosi di diverse università internazionali, Francia, Olanda, Portogallo, Polonia, Turchia, si incontreranno a Orvieto per analizzare quel testo, scoprire quanto ancora sia attuale e valorizzarne la profondità culturale. “Grammatica della fantasia 50 anni dopo – Riletture critiche e prospettive di ricerca“ è il titolo del convegno internazionale che si terrà venerdì 17 novembre in biblioteca promosso dal Centro studi Gianni Rodari con la direzione scientifica di Daniela Mareschi e il patrocinio della Regione, del Comune, della Fondazione per il Centro studi Città di Orvieto e di Umbria Libri. Un appuntamento importante condotto da relatori di diversi ambiti di ricerca e rivolto a studiosi, studenti, universitari, insegnami, pedagogisti, bibliotecari e a chiunque sia curioso di conoscere l’opera in cui Rodari indaga i meccanismi dell’immaginazione e riflette sulla fantasia nel suo senso più alto e profondo. Il convegno sarà preceduto, alle 10, dall’inaugurazione nel chiostro della biblioteca comunale della mostra “Gianni Rodari, una favola di Pace“, a cura di Giorgio Diamanti, già responsabile dell’archivio e del settore documentazione del Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto e amico della famiglia.
La mostra si divide in due parti di dieci pannelli ciascuna nelle quali lo scrittore e giornalista "si racconta" attraverso testi autobiografici e le filastrocche e fiabe fino alle ultime tavole c’è un invito a "giocare" con le parole per costruire rime e fiabe. Alle 10.30 l’apertura dei lavori, coordinata da Luisa Borgna, con i saluti istituzionali dell’assessore regionale alla aultura, Paola Agabiti, del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani e della presidente della Fondazione per il Centro studi Città di Orvieto, Liliana Grasso.