SILVIA ANGELICI
Cronaca

Cene aziendali e convivi, fioccano le disdette

Per le feste fuga dai ristoranti, mentre il Capodanno è in stand by. Cardinali (Fipe): "Già perso il 20% del lavoro. Navighiamo a vista"

di Silvia Angelici

La variante Omicron e il super Green pass fanno calare a picco non solo i viaggi, ma anche cenoni e feste fuori casa. Il comparto della ristorazione, che durante questi mesi aveva lavorato bene, torna a mettersi le mani sui capelli. Fioccano disdette, le cene aziendali si dimezzano, mentre per le tavolate di San Silvestro le prenotazioni sono ancora in stand by. Romano Cardinali, ristoratore di lungo corso e presidente della Fipe Confcommercio, tra crisi economiche e congiunture avverse ammette che il settore ne ha passate di “tempeste“, ma mai come in questi ultimi anni.

"Quante disdette? Beh in due giorni ho perso cento persone. Cene aziendali. basta un collega positivo che salta tutto – racconta Cardinali –. Nel giro di dieci minuti cambia completamente scenario. Tanto per citare i numeri nazionali, il nostro centro studi stima che a livello nazionale perderemo 500mila clienti rispetto a due anni fa. Posso dire che dalle prime ricognizioni tra colleghi, qui in Umbria a dicembre abbiano già perso un buon 20% di lavoro". Stesse considerazioni le fa Luca Piastrelli. "Navighiamo a vista – spiega il gestore del Tennis club – Tutto fermo anche per il Capodanno. L’ondata dei nuovi positivi, soprattutto tra i giovani, ci ha messo il carico da undici, per non parlare della certificazione rinforzata. Il guaio è che questo clima di incertezza si ripercuoterà inevitabilmente anche sui livelli occupazionali". Dal centro alla periferia, anche in Umbria, dunque, il Natale dei convivi e della socialità non brilla come dovrebbe.

"La paura dei contagi – osserva Simone Ragni (Gastronomia Urbana) – condiziona la voglia di un ritorno alla socialità tipica di questi giorni. Lo testimonia il fatto che è scesa di due-tre persone la media di commensali a tavola".

Spostandoci a santa Maria degli Angeli, terra baciata dall’arrivo del turismo, insieme ad Assisi, la situazione non migliora. "Qui in città è il deserto – ammette sconsolata Giovanna Cecere (La Locanda) – sforbiciate per cene aziendali e pranzi turistici. Il cenone del 31? Le dico solo che il nostro rappresentante di vini ci ha suggerito di non fare gli ordini e di aspettare dopo Natale".

Ma c’è anche chi non ha subito contraccolpi dalla nuova ondata della variante. E’ il caso di Ottavi Country House. "Fortunatamente – dice Nicoletta Ottavi – nel nostro locale non ci sono state disdette. Per il Capodanno ci stiamo mettendo in moto ora. Certo, rispetto agli altri anni siamo partiti in ritardo, ma riusciremo comunque a garantire ai nostri clienti sicurezza e divertimento. Per il cenone di San Silvestro prevediamo 80 coperti, a regime eravamo intorno ai 100-120".