
È l’azienda Ceprini la leader del territorio in fatto di fatturato. Ottanta milioni di euro. A scattare una radiografia quanto mai precisa dello stato di salute dell’economia nell’Orvietano e nell’intera zona compresa nell’area interna è la neocostituita impresa sociale Cittadinanza Territorio Sviluppo, Cts, presieduta dall’imprenditore Francesco Paolo Lidonni. E’ un profilo particolareggiato delle aziende che pesano in maniera determinante sull’economia di un territorio che va dal Trasimeno alla Tuscia e legato dalla storia, dalle infrastrutture viarie e da enti come il Gal Trasimeno Orvietano che intervengono progettando un futuro in rete per le imprese che sono nate e operano all’interno di quest’area vasta. Un territorio che vede crescere l’occupazione.
A fare la parte del leone nell’economia della zona è il commercio con un numero di realtà produttive pari al 45% del totale, al secondo posto ci sono il manifatturiero e le costruzioni con il 15% , l’agroalimentare con il 10%, a chiudere con il 5% ciascuno c’è il settore estrattivo, terzo settore e servizi. Il territorio più rappresentato per ricavi nel 2019 è quello di Orvieto. Ceprini Costruzioni srl è la prima con poco più di 80 milioni di euro. Al secondo posto c’è Rubeca Motori, un’altra società a responsabilità limitata di Città della Pieve con poco più di 29 milioni di euro. La prima società per azioni è Vetrya che si ferma sempre intorno ai 29 milioni di euro, ma in questo caso le rilevazioni si riferiscono ad un periodo precedente al crollo di redditività di Vetrya, ormai in liquidazione. Nel 2019 il numero totale di lavoratori occupati nelle aziende era di 1.100 persone mentre a marzo del 2021 erano 1.112. Sempre al 31 marzo di quest’anno il numero totale degli addetti nell’area interna erano 14.683 e le aziende campione pesano per il 6,86% sul totale della forza lavoro. Se invece si prende in esame il totale degli addetti nei cinque comuni dove hanno sede le aziende campione la percentuale tra addetti totali e addetti delle prime 20 aziende sale al 10,52% un campione significativo dal quale si può partire per analizzare, ad esempio, l’andamento delle retribuzioni medie o delle qualifiche e degli inquadramenti professionali.
Per Antonio Rossetti, presidente del comitato scientifico del Cts, "le imprese orvietane scontano un gap di redditività rispetto al resto delle imprese dell’area che sono allineate al dato nazionale. Abbiamo riscontrato una scarsa propensione agli investimenti – continua Rossetti - e una all’innovazione tecnologica, due elementi necessari per affrontare le sfide del futuro prossimo". Paolo Fratini, commercialista e docente all’università di Perugia, ha approfondito gli aspetti patrimoniali delle imprese che ha fatto emergere che "la composizione dell’attivo sia formato per più di 23 da attivo circolante e per la restante parte da attivo immobilizzato netto".
Cla.Lat.