
Un’immagine d’altri tempi: il trenino azzurro
Tra i vari progetti scolastici che quest’anno coinvolgono i ragazzi della scuola media “Borbonea” di Vallo di Nera, quello del Trekking in montagna ci ha condotti lungo il tratto di 18 km dell’ex Ferrovia Spoleto-S. Anatolia di Narco. L’esperienza fatta ci ha indotti a documentarci di più su questa ferrovia e scorrendo immagini e testi, abbiamo scoperto una storia che ha il sapore di altri tempi. "Fra la città di Spoleto e Norcia esiste un servizio di diligenze a cavallo, il quale collega i paesi di Piedipaterno, Cerreto, Triponzo e Serravalle situati lungo il percorso… Essendo stato proposto… un servizio con automobili, ed avendo noi ricevuto l’incarico dal Municipio di Spoleto di studiare la possibilità tecnica di una tale sostituzione…".
Così si legge in una relazione del novembre 1901, in merito ad un nuovo servizio di collegamento automobilistico tra Spoleto e Norcia. Sulla scia della rivoluzione industriale e delle invenzioni del ‘900, Spoleto vuole risolvere il problema dell’isolamento tra territori della Valnerina. Le difficoltà di realizzare un collegamento automobilistico suggeriscono un’alternativa: la ferrovia Spoleto-Norcia. Il primo progetto risale al 1909, un secondo al 1911, non accolto favorevolmente, perché il treno sarebbe stato a trazione a vapore. Il 31 agosto 1912 i comuni interessati firmarono una convenzione con la Società Subalpina Imprese Ferroviarie, che gestiva la ferrovia Domodossola-Locarno. Il progetto definitivo, stavolta a trazione elettrica, fu affidato all’architetto svizzero Erwin Thomann. Il tracciato di 51 km fu inaugurato il 1° novembre 1926, salutato da grande entusiasmo. Si racconta che migliaia di persone accorrevano lungo i binari per vedere passare il treno e nell’ultimo tratto della stazione di Norcia, il macchinista doveva fermare il convoglio e lasciar trainare il treno da decine di persone festose.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il servizio fu sospeso e ripreso alla fine del 1945 per terminare il 31 luglio 1968. La Ferrovia venne chiusa dal ministro Oscar Luigi Scalfaro perché ritenuta “costosa e improduttiva” rispetto al nascente servizio automobilistico. Percorrendo la “greenway” noi ragazzi della Valnerina, nell’era della comunicazione immediata e superficiale, ci chiediamo se la velocità sia sempre la priorità e, mentre rimane il rimpianto di quei vagoni su cui non potremo mai salire, ci sentiamo un po’ più isolati in questi posti splendidi, in cui le occasioni di stare insieme sono sempre meno.