
Non è l’inizio di una fiaba, ma un tassello importante della storia del nostro territorio. (cera-una-volta-una-ferrovia.webnode.itlla-notte-che-sono-arrivato-al- lago-di-braiescera-una-volta-una-ferrovia.webnode.itlla-notte-che- sono-arrivato-al-lago-di-braies). I nonni, infatti, ci raccontano spesso che negli anni ‘50 e ‘60 per spostarsi verso Perugia si usava la “Littorina”, un tipo di treno con i sedili in legno, che si muoveva in una linea priva di elettrificazione. In quel periodo i mezzi di trasporto su strada non erano molti,infatti alcuni la utilizzavano per andare a scuola altri per raggiungere i posti di lavoro, altri ancora per raggiungere altre località e alcuni infine perfino per andare ad incontrare la propria fidanzata nei paesi vicini. Ancora vivo il ricordo della sua chiusura e del successivo smantellamento.L’ultima corsa era alle sette e dieci di sera e arrivava con soli due vagoni, quindi era un treno molto piccolo.
La Littorina percorreva circa 22km, partiva da Ellera e arrivava a Tavernelle; durante il percorso aveva molte fermate: Ellera-Corciano, Castel del Piano, Capanne-Bagnaia, Poggio delle Corti, Castiglione della Valle, Monte Petriolo, Pietrafitta-Fontignano, Tavernelle Val Nestore. Prima del trasporto passeggeri, che avvenne a partire dal 1953,la linea fu utilizzata esclusivamente per il trasporto merci verso e dalleminiere di Pietrafitta. L’idea di questa linea ferroviaria venne proposta prima dell’Unità d’Italia, tuttavia occorsero vari anni per la sua realizzazione. Purtroppo il tratto molto breve ne determinò costi di manutenzione troppo alti, per cui fu presa la decisione di chiuderla e infine venne soppressa con il decreto del Presidente della Repubblica del 12 aprile 1965 firmato da Saragat. Negli anni successivi più volte venne ripreso e ripropostoil progetto della sua riapertura e del suo prolungamento verso Chiusi, tuttavia non è ancora stato realizzato. Oggi questo servizio sarebbe stato funzionale ad alleggerire il traffico su strada, diminuendo le problematiche relative all’inquinamento a rendere più rapidi i collegamenti con il capoluogo di Provincia creando un servizio più funzionale. Se questa stazione ci fosse ancora, al giorno d’oggi, l’avremmo usata come mezzo di trasporto per raggiungere la nostra scuola, ci avrebbe reso più autonomi perché nel giro di poco tempo saremmo arrivati alla nostra destinazione. Inoltre ci avrebbe permesso di avere una maggiore indipendenza e autonomia. Tuttavia oggi il percorso viene valorizzato (https:youtu.beVkMVGdokRBI) insieme a tutti i tronchi ferroviari dismessi nel territorio Italiano, per conoscere e preservare il paesaggio.