di Cristina Crisci
In quarantena, con l’azienda chiusa per il lockdown, hanno ideato e realizzato un robot per sanificare i grandi ambienti. Un macchinario contro il Covid che si muove in base alla mappa del luogo da igienizzare, senza presenza umana, ma a fronte di una precisa programmazione. I due inventori al tempo del Covid si chiamano Giancarlo Caldari, 58 anni e Giovanni Giogli, 60 anni, titolari della Futura Engineering Srl con sede alla zona industriale Nord di Città di Castello. Sono loro che hanno realizzato Futura Steryl King, innovativo macchinario, uno fra i primi di questo genere prodotto in Italia.
Per ora un prototipo, già usato e testato in un grande supermercato della zona, ma è pronto ad entrare in produzione ed essere utilizzato. Ci sono voluti ottanta chili di viti, bulloni, collegamenti, quadri elettrici e le lampade che, con i loro raggi sono in gradi intaccare l’eventuale presenza del virus fino ad annientarne l’efficacia di contagio. La base del robot è prodotta in America, ma tutti gli altri pezzi sono di fatto a km zero, cioè provengono da aziende dell’Altotevere umbro e della Valtiberina toscana. Il segreto sono le lampade che emettono la radiazione UVC: l’esistenza della tecnica di disinfezione basata sull’utilizzo della luce ultravioletta è nota sia per la sanificazione di oggetti o superfici sia per la loro sterilizzazione. Ma come nasce l’idea di questo robot? "La pausa forzata della chiusura da pandemia e la conoscenza approfondita di tecnologie avanzate e dei sistemi disponibili sul mercato, ci ha permesso in poco più di un mese di sviluppare il nostro prodotto", raccontano gli ingegneri Caldari e Giogli, due che vivono sempre con il trolley in mano e ora da qualche mese, fermi a seguito dello stop imposto dal Covid. "Il robot mobile è un prodotto industriale affidabile e già affermato che muoveva i suoi primi passi circa un decennio fa quando fu presentato in anteprima ad una fiera di robot e sistemi di visione a Chicago: da allora lo abbiamo "tenuto d’occhio" fino a quando dal 2015 è arrivato anche in Italia dove viene utilizzato per varie applicazioni. Il nostro dispositivo – spiegano ancora – non si colloca in concorrenza diretta con quelli manuali o portatili reperibili anche su negozi online, ma per applicazioni più impegnative e di livello più alto". L’habitat naturale di questo robot è quello ospedaliero e sanitario "ma in Italia tutti sanno quanto sia difficile avere accesso a quell’ambiente… così è pensato per altri settori di utilizzo come la grande distribuzione, le linee di produzione alimentari, farmaceutiche, cosmetiche, impianti sportivi, palestre. In ambienti particolarmente critici come l’industria alimentare, in aggiunta ai normali sistemi obbligatori di sanificazione, l’utilizzo del sistema Uvc garantisce ad esempio la sterilizzazione al massimo livello". Al momento il dispositivo è concepito per avere almeno due ore di autonomia luminosa, "ma stiamo potenziando le batterie destinate all’illuminazione per arrivare alle 3-4 ore.
Anche se non si raggiungono livelli di sterilizzazione da sala operatoria, negli ambienti come uffici, supermercati, magazzini, linee di produzione si ottengono livelli migliori della normale sanificazione a mano. Il robot mobile può operare in autonomia tutte le notti disinfettando ogni superficie che la luce raggiunge, prodotti compresi. E per prodotti si intendono anche freschi come la frutta", concludono i due ingegneri tifernati che ieri, a margine degli ultimi test operativi nella sede dell’azienda, hanno accolto anche il sindaco Luciano Bacchetta che si è complimentato con loro.