
L'interno del convento delle Clarisse
Todi, 18 febbraio 2022 - Il convento delle Clarisse di San Francesco, ospitato nel complesso di San Francesco, in via di Borgo Nuovo, chiude i battenti. La crisi delle vocazioni e il numero, sempre più esiguo, delle suore che vivono in clausura all’interno di quei luoghi del silenzio, ove si respira arte e cultura, ove il tempo sembra essersi fermato, hanno indotto il Capitolo ad accorpare le religiose. Negli ultimi anni erano rimaste in sei, di cui tre anziane e bisognose di assistenza continua.
Suor Teresina, la più giovane, è già in Piemonte; Suor Maria Amata e Suor Paola Francesca andranno a Perugia. Domenica l’ultima messa e poi le porte verranno definitivamente chiuse. Per il rione Borgo è difficile accettare la partenza delle loro ‘suorine’: "la città, senza di loro, diventa più povera – afferma Tiziana Sciaramenti, che abita dalla parte opposta al convento - e perde giorno dopo giorno pezzi della sua storia. Nessuno ha fatto nulla per mantenerlo in vita".
È lei, storica abitante del Rione che conosce palmo a palmo, a ricordare l’opera, meritoria, delle consorelle. Esempio di una comunità viva e silenziosa. "Fino a 15 anni fa ricamavano merletti a tombolo - racconta - cucivano il corredo in dote alle future spose, facevano rammendi ‘miracolosi’. Chiedevano un’offerta e la gente gliela dava volentieri. Portavamo farina, sale, pasta, carta igienica; anche il Gruppo Volontariato Vincenziano raccoglieva mensilmente per loro generi di prima necessità. Vivevano di carità, e di quello che produceva il loro orto. Poi la morte di alcune suore, le vocazioni che non ci sono ed è arrivato il giorno della chiusura... ".
Una ferita difficile da rimarginare, tanto più che è il secondo monastero a scomparire nel giro di alcuni anni, dopo quello della Santissima Annunziata, sempre nel rione Borgo. La comunità claustrale era insediata nel complesso, costruito su un’antica chiesa dedicata a San Marco nella seconda metà del XIII secolo, dal lontano 1598, quando i Serviti lo cedettero alle Clarisse che ampliarono la chiesa dedicandola a San Francesco. Nel 1739 il monastero fu unito a quello di Sant’Andrea dall’arco di Sant’Andrea, che travalica la via: un camminatoio, sopra l’arco, ricorda il luogo da cui le suore si affacciavano, non potendo uscire, per seguire i funerali.
Le clarisse desiderano che il luogo non venga abbandonato, che lasci spazio magari ad un’altra famiglia religiosa o che sia destinato a incontri religiosi, per giovani e meno giovani, ma il timore degli abitanti è che anche questo monastero, come quello della Santissima Annunziata, diventi un hotel e casa per ferie.