di Roberto BorgioniPERUGIAUno status symbol, un testimonial oltre che un grande calciatore. Questo fu Aldo Agroppi, morto ieri nella sua Piombino, quando arrivò nel Perugia che si affacciava alla serie A nel 1975-1976 con una banda di fantastici sconosciuti guidata dal debuttante Ilario Castagner. Agroppi veniva dal grande Torino e il suo sbarco nel Grifo fu come un lasciapassare per dire: sì, in serie A possiamo starci anche noi con le maglie rosse. Il presidente D’Attoma gli affidò pure il ruolo di ’guida turistica’: "Sul pullman della squadra siediti davanti e indicaci la strada per San Siro, sennò ci perdiamo". Era un Grifo di bellezza, orgoglio e lotta, che nell’ultima giornata di quel campionato mise in ginocchio la Juve a Pian di Massiano con il gol di Renato Curi e consegnò lo scudetto proprio al Toro che era nel cuore di Aldo. Agroppi, nei due anni con il Perugia, mise insieme 37 presenze e due gol, diventò in qualche occasione capitano e fu presenza a tutto tondo. In verità, ad inizio carriera, Aldo giocò anche con la Ternana, segnando pure sei gol, ma è la traccia lasciata con la band di Ilario che è rimasta indelebile. Poi venne la panchina. Agroppi, alla guida del Grifo, perse una sola partita nel campionato di serie B 1984-1985 (4-1 a Pisa) ma subì la beffa del quarto posto per colpa dei troppi pareggi. In serie A andarono lo stesso Pisa e l’accoppiata pugliese Bari-Lecce, nonostante le trasferte epocali dei tifosi al seguito dei grifoni (in cinquemila, tanto per dire, a Bologna, Cesena e nella stessa Pisa). Un campionato finito male, ma ben scolpito nella memoria di chi c’era.
Ora Perugia e il Perugia rendono il giusto omaggio a uno dei suoi campioni. Il club ha diffuso una nota: "AC Perugia Calcio si unisce al dolore del calcio italiano per la scomparsa di Aldo Agroppi all’età di 80 anni. Oltre ad aver legato la sua carriera ai colori del Torino ha vestito, tra le varie squadre, anche la maglia biancorossa nella stagione 75-76 in Serie A. Con i grifoni conduce altri due buoni campionati in massima serie, vestendo varie volte anche la fascia di capitano. Da allenatore, dopo aver guidato le giovanili, torna in prima squadra prima nella stagione 82-83 e a seguire nell’84-85 raggiungendo il quarto posto perdendo coi biancorossi una sola partita, tuttora un primato per la Serie B". L’assessore comunale allo sport Pierluigi Vossi scrive invece: "Otto anni di Perugia. E di un amore reciproco. Franco Vannini, suo compagno di stanza nel ritiro, lo chiamava il “faro” perché era la luce guida di quel Perugia 1975-1976: appena promosso, 50 anni fa in Serie A: lui che aveva trascorso 11 anni con il Torino nella massima serie. Da lì, una volta appese le scarpette al chiodo, altri anni nella nostra città. Prima come allenatore delle giovanili. Poi con la nostra prima squadra in serie B sfiorando la vittoria del campionato: 8 anni che ci hanno fatto innamorare reciprocamente. Preparato. Schietto. Pungente. Fragile. Un abbraccio".