Il progetto per la costruzione a Perugia di un cimitero risale al 1798 ed è dell’architetto Vincenzo Ciofi. "Si doveva realizzare nella zona di Santa Caterina vecchia, fuori Porta Sant’Angelo, su terreno dell’amministrazione comunale, ma vi fu il parere contrario di Annibale Mariotti, prefetto consiliare e protomedico della città perchè lo spazio destinato alle sepolture era molto esiguo", spiega Adriano Piazzoli. Come altri cimiteri anche quello del capoluogo è sorto a seguito dell’editto napoleonico di Saint-Cloud del 1804 che stabiliva che le sepolture dovessero avvenire ad un’adeguata distanza dai centri abitati, per motivi igienici. "Una novità che non era vista di buon occhio da tutti i parroci di allora e da gran parte della popolazione perugina perchè sentivano come lontani i propri defunti, in quanto non più seppelliti nelle profonde cripte delle chiese parrocchiali - continua Piazzoli –. Ma con l’epidemia di colera del 1835-36, si rese necessario e urgente la realizzazione del cimitero a Perugia. Fu individuata un’area in località prossima alla chiesa di San Bevignate, su terreno in parte dei religiosi del Carmine e in parte di proprietà degli eredi della famiglia Ercolani. L’area era adibita a camposanto già in epoca etrusca, per il ritrovamento di urne di età ellenistica e di un ipogeo durante gli scavi al Monumento dei caduti del 1859". Nel 1837 furono avviati i lavori su progetto dell’ingegner comunale Francesco Lardoni e il 23 novembre 1849 fu inaugurato dall’arcivescovo Gioacchino Pecci, futuro Leone XIII. Già dieci anni dopo si rese necessario l’ampliamento su progetto dell’ing. Alessandro Arienti, il quale riprogettò e abbellì l’ingresso.
La parte propriamente monumentale si articola su tre viali che partono dall’entrata principale e vanno a confluire negli spazi per i campi comuni, insieme allo spazio per cittadini illustri, circondati dalle gallerie monumentali con i sepolcri gentilizi. Poco più avanti è la cappella della Confraternita della Misericordia, realizzata fra il 1874 e il 1888 su progetto dell’ingegnere Nazareno Biscarini e dagli artisti Francesco Biscarini e Raffaele Angeletti, "che avevano la fabbrica di terracotta con forno in via del Labirinto", precisa Piazzoli. I viali terminano con il monumento ai Caduti, opera realizzata da Ettore Salvatori, inaugurata il 20 giugno 1875. Oggi, percorrendo i viali e le gallerie monumentali si possono conoscere al contempo i personaggi illustri della storia, delle arti, della letteratura e della politica perugina.