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Alessio Robellini, uno dei gestori del ’Formula’ di Città di Castello
In programma c’erano qualcosa come 11 eventi in 30 giorni – tra carnevale e veglioni rionali – ora inghiottiti dal provvedimento del Questore che ha messo i sigilli alla discoteca ’Formula’ di Città di Castello, chiusa fino al 15 marzo per questioni legate alla pubblica sicurezza. "Ma perché proprio adesso?". Se lo chiedono in molti, tanto che la chiusura della discoteca sta diventando un caso che coinvolge la politica, le associazioni, i rioni, le scuole, i giovani e i meno giovani. Lo stop disposto dal 15 febbraio al 15 marzo cancella con un colpo di spugna la programmazione del Formula, particolarmente intensa coi veglioni rionali e il carnevale, comprese le feste delle scuole. Un circuito organizzativo ed economico che ha indotto persino il sindaco Luca Secondi a uscire con una pubblica nota nella quale annuncia l’intenzione di voler incontrare i rappresentanti dei rioni nei prossimi giorni per cercare di "individuare una soluzione per i veglioni che sono molto sentiti nella tradizione della città".
Poi c’è l’aspetto imprenditoriale. Già perché la chiusura (avvenuta a causa di risse, litigi violenti ed episodi di spaccio documentati dalle forze dell’ordine, ndr) provocherà un cospicuo danno economico per i titolari della società che gestisce le tre sale (Formula, Gattopardo e Mojto) che presenteranno ricorso contro il provvedimento. Uno dei gestori è Alessio Robellini: "Purtroppo non tutti i clienti rispettano le regole. Noi cerchiamo sempre di controllare al meglio quello che avviene nel nostro locale e quando non ci riusciamo siamo i primi a collaborare con le forze dell’ordine…". Questa chiusura arriva come una scure in un periodo topico per l’attività: "Un provvedimento che ci mette in difficoltà – aggiunge Robellini – Non ci possiamo permettere di non lavorare in questo periodo storico. Il danno inoltre non è solo nostro, ma della comunità intera considerato che ai veglioni rionali da 40 anni partecipano in tantissimi e di ogni età… Faremo ricorso nelle sedi opportune e cercheremo di garantire tutte le date che abbiamo in programma o recuperarle appena ci sarà concesso", conclude. Sulla ricaduta sociale di questa chiusura per quanto riguarda i veglioni il sindaco torna a dire: "Purtroppo a causa di pochi soggetti che commettono gravi reati a farne le spese è la tradizione della nostra comunità che si tramanda di generazione in generazione, senza considerare il danno economico arrecato alle società rionali organizzatrici dei "veglioni" stessi che avevano già investito risorse per questi eventi, ora a rischio. Auspico la massima severità nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili delle azioni e dei reati che stanno alla base di questo provvedimento".
Tante le reazioni politiche. "Salviamo i tradizionali veglioni". Una voce sola che abbraccia le società rionali verso le quali arriva la vicinanza dei partiti. Il Pd ieri ha diramato una nota: "Le finalità, prima di tutto sociali, che tutti i veglioni hanno esercitato nel corso di decenni, le migliaia di persone che vi partecipano, i responsabili e volontari delle società rionali, che ogni anno si impegnano nell’organizzazione, non possono e non devono subire le conseguenze delle scriteriate e delinquenziali azioni di pochi soggetti che devono essere adeguatamente puniti anche per i danni di immagine arrecati alla città e ai rioni". Sulla stessa linea il Partito Socialista: "Non possiamo che rimanere amareggiati di come la condotta violenta di alcuni interrompa lo storico periodo di festa tifernate. Chiediamo la ripresa dei veglioni rionali".
Cristina Crisci