Una promozione per la città ed un certo indotto per le attività economiche, ma non a costo zero. La politica di trasformare Orvieto in un set di riferimento per le produzioni televisive e cinematografiche suscita reazioni contrastanti e c’è chi chiede di attuare queste iniziative in maniera organizzata e non improvvisata. Un tema che viene fatto proprio da un Pd uscito corroborato dalle elezioni regionali ed intenzionato ora a non concedere il minimo spazio alla Giunta di centrodestra. Ma quanto costa la politica “cinematografica" su cui sta puntando con decisione il sindaco Roberta Tardani? Basta dare un’occhiata agli impegni di spesa sostenuti dal Comune per ospitare le riprese dei film e delle serie degli ultimi mesi, compresa il film per la Disney “Blue moon“ sul delitto di Meredith Kercher prodotto da Amanda Knox (insieme a Monica Lewinski). A fine novembre si sono svolte le riprese di “Sono Lillo 2“ con Lillo Petrolo e Corrado Guzzanti, serie tv da sei episodi. Alla casa di produzione Lucky Red il Comune ha pagato un contributo di 15 mila euro. Sempre alla Lucy Red la Giunta Tardani ha erogato altri 12mila euro per aggiudicarsi le riprese della serie Mediaset “La voce che hai dentro“, girate a metà novembre. Tra agosto e settembre c’era stato il film della Courrier Film dal titolo “Eva“ al quale non sono stati concessi contributi diretti, ma una serie di esenzioni tra cui il pagamento della tassa di suolo pubblico per un valore di 5600 euro. Una operazione analoga è stata fatta per il film sul delitto di Perugia, per aver ospitato la seconda parte delle riprese la sindaca del capoluogo Ferdinandi aveva chiesto pubblicamente scusa ai perugini. Il segretario del Pd Maurizio Talanti: “I set in città non vanno demonizzati, ma devono essere gestiti in maniera tale da poter garantire il normale funzionamento della città anche nella gestione della sosta e del traffico, perché abbiamo visto come la fretta e la inettitudine della Giunta si è poi tradotta nella difficoltà di gestire gli spazi e qualcuno è stata anche portata via l’auto dal carro attrezzi. La sindaca che si vanta di essere molto esperta di marketing dovrebbe in realtà anche riflettere sulla opportunità di associare l’immagine di Orvieto ad un episodio che suscita ancora molto dolore come l’omicidio Kercher". In linea la consigliera comunale Cristina Croce :"Va stigmatizzata la strumentalizzazione e la spettacolarizzazione del dolore. Serviva rispetto e invece si è scelto di usare Orvieto ad ogni costo. Questi set vengono organizzati sempre in maniera confusionaria".
Cla.Lat.