Il signor Giuseppe Bolognesi è incappato in una sanzione amministrativa. Deve pagare una multa alla Municipale di 62,10 euro (entro 5 giorni dalla notifica) altrimenti la cifra lievita a 87 euro. Non ci pensa due volte e si reca subito alle poste per pagare quanto dovuto, in modo da non incorrere nel sovrapprezzo. Al momento di inquadrare il QRcode e di strisciare il bancomat, la sorpresa: la somma sale a 74,76 euro, di cui 2,20 di commissioni come specificato nella ricevuta. E gli altri dieci euro non specificati a quale titolo sono dovuti? Bolognesi, che non è un cittadino sprovveduto, immagina che si tratti delle spese di notifica, ma si rivolge al nostro giornale per avere qualche spiegazione in più, visto che non è l’unico automobilista a cui è successo questo spiacevole imprevisto. La Nazione ha girato la domanda alla Municipale. Risponde la comandante della Polizia Locale Nicoletta Caponi.
"Da quando è stato introdotto il Send – spiega la dottoressa Caponi - ossia il servizio di notifiche digitali attraverso la piattaforma nazionale, entrata in vigore a maggio, non è più possibile per noi indicare con certezza le spese di notifica nel verbale perché ci sono diverse tipologie di recapito: con la “app IO“, ad esempio, non c’è nessun costo, con la Pec la spesa è di circa 5 euro; con raccomandata con ricevuta di ritorno costa invece dieci euro. Non sapendo dunque quale sarà la modalità di notifica, ecco che il soggetto vede l’importo solo al momento in cui va in tabaccheria o alle poste e inquadra il QR code nell’apposito lettore. Nel verbale però c’è scritto in grassetto che questa cifra può esser variabile a seconda del metodo di notifica. Va detto che questo sistema non dipende dal singolo Comune ma da una legge nazionale".
Silvia Angelici