LUCA FIORUCCI
Cronaca

“Ciuffelli“, numeri gonfiati. L’ex preside dovrà risarcire un milione e 200mila euro

La Corte dei Conti ha condannato anche l’allora direttrice amministrativa. Secondo l’accusa sarebbero stati chiesti più educatori rispetto al necessario.

Più educatori di quelli che sarebbero serviti e che per legge sarebbero dovuti essere in servizio. I numeri degli studenti “gonfiati“ proprio per poter richiedere più personale e, di conseguenza, una spesa non dovuta da parte del ministero dell’Istruzione che, secondo la magistratura contabile, sarebbe stata di quasi un milione e 200mila euro. Un danno per le casse pubbliche a cui è stato chiamato a far fronte dalla Corte dei conti dell’Umbria, l’allora dirigente dell’istituto tecnico agrario “Ciuffelli“ di Todi, Marcello Rinaldi. I presunti illeciti sono riferiti agli anni scolastici dal 2016/2017 al 2020/2021. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, e ripreso dalla Procura regionale della Corte di conti per contestare il danno al dirigente, nel 2014, Rinaldi avrebbe richiesto alla Provincia di Perugia ulteriore spazi per accogliere gli studenti in previsione di un notevole incremento degli studenti. A partire dal 2015, il convitto femminile era stato collocato presso l’Opera pia “Istituto Artigianelli Crispolti“. A questo punto, in virtù della nuova organizzazione, il dirigente, secondo l’accusa, avrebbe messo in atto una serie di falsi consistiti nella comunicazione di un numero di convittori, convittrici e semiconvittori superiori alla realtà. In base al numero degli iscritti, sarebbero stati assegnati gli educatori. Che in questo modo sarebbero stati, illecitamente, in abbondanza rispetto alle reali necessità, arrecando, sempre per l’accusa, un danno al Miur che avrebbe coperto delle spese non dovute.

Con Rinaldi, era stata indagata anche l’allora direttrice dei servizi generali amministrativi, Mirella Palomba, a cui i magistrati contabili umbri hanno contestato l’ipotesi di aver omesso, con colpa gravissima, i "doverosi controlli" nei confronti dell’operato del dirigente. Secondo l’avvocato Nicola Pepe, difensore, dell’allora dirigente scolastico, quella fatta dal suo assistito sarebbe stata una scelta "discrezionalmente riservata al dirigente, nella fattispecie, finalizzata a garantire il diritto allo studio e quindi non sindacabile dal giudice contabile". La difesa, inoltre, ha contestato la quantificazione del numero di educatrici in esubero, richiamando la "prassi invalsa di prevedere una educatrice ogni dieci convittrici". Per i difensori dell’allora direttrice, gli avvocati Guglielmo Santarelli e Federica Rapastella, l’imputata non sarebbe stata tenuta alle verifiche che non sarebbero rientrate nelle sue competenze e che non si sarebbe trattato di colpa grave. Con sentenza depositata nei giorni scorsi, la Corte dei Conti ha condannato Rinaldi al risarcimento di 1.167.408 euro, e 58.370 euro per Palomba.