Perugia
Una voce tra parole e musica. Cantautrice, poetessa, organizzatrice di eventi e direttrice artistica del Festival “Umbria in Voce“, premiata in tutta Italia per le sue canzoni, Claudia Fofi (nelle foto) torna alla ribalta con il romanzo d’esordio, “Uisciuerier“ (ExCogita Editore). L’artista eugubina lo presenterà giovedì 30 gennaio a Perugia dove vive e lavora, alla 18 alla Sala della Vaccara con Antonella Giacon e Roberto Contu.
"Ho iniziato a scrivere questo romanzo – racconta – durante il covid, è nato dall’immagine di una donna chiusa in casa preda di forte depressione, nella Gubbio di fine anni Settanta. Dentro c’è la mia infanzia, ci sono tanti riferimenti a quel periodo".
E qual è la storia?
"E’ quella di Beatrice, la figlia adolescente alle prese con il mistero della madre, in un momento storico in cui la condizione del malato mentale veniva liberata dalla Legge Basaglia. L’argomento è profondo, serio ma la lingua, la forma e la coralità ne fanno un romanzo di grande leggerezza".
Ma cosa significa il titolo?
"Nel suo vagare fuori di casa, smarrita, senza coordinate Beatrice si imbatte in un gruppo di hippie che ai tempi vivevano nelle campagne eugubine. Con loro ascolta “Wish you were here“ dei Pink Floyd. E’ la chiave del libro: non sa come si scrive e cosa significa ma le arriva il significato della canzone che parla di malattia mentale ed è dedicata a Syd Barrett. Da qui il titolo del romanzo: l’ho lasciato scritto così come lo ha sentito la protagonista".
Da musicista, ha composto la colonna sonora per il libro?
"Certo, ci sono canzoni che segnalano i punti di svolta della trama. Oltre a “Wish you were here“ c’è “Samarcanda“ di Vecchioni, che entra nella storia con un personaggio. Ci sono aperture verso la letteratura onirica".
E Gubbio che ruolo ha?
"E’ uno dei protagonisti di questo romanzo corale e orale dove ogni personaggio ha la sua voce. E anche Gubbio, luogo di forte identità, ce l’ha, molto precisa. Ho ambientato il romanzo tra aprile e ottobre perché volevo raccontare la Festa dei Ceri, com’era allora"
Che importanza ha la voce nella sua ricerca artistica?
"Per me è come un’impronta digitale, è legata alla psiche, al carattere, alle emozioni, al corpo, esprime il rapporto con il mondo. Consiglio a tutti di cantare, perché rende felici. Con il festival, la formazione, le mie canzoni e i progetti con i giovani, io vedo fiorire intorno a me la bellezza e il potere del canto e della voce".
Progetti sul fronte musicale?
"Il 21 febbraio sarò all’Auditorium Santa Cecilia a Perugia con “L’ombra della luce“, un omaggio a Battiato insieme ad Andrea Rellini e Carlo Ceccarelli. E vorrei riprendere “Tu computer“, un mio lavoro sull’intelligenza artificiale".