
La cocaina don Alberto Bastoni, 56 anni, il prete degli scandali, l’aveva nascosta addirittura nel porta ostie. La piccola urna sacra che stavolta conteneva la polverina del ’demonio’ il religioso ce l’aveva addosso - nella tasca dei pantaloni - quando i carabinieri sono entrati per una perquisizione nel suo appartamento alla Curia vescovile di Ascoli Piceno dove gli era stata concessa un’altra chance dopo la bufera umbra. Nel 2012 infatti venne fermato con la droga e sospettato di aver preso parti a festini a luci rosse a base di stupefacenti. Ma stavolta per il 56enne, ex parroco di Collevalenza e appartenente alla Congregazione dell’Amore Misericordioso, l’accusa penale che gli contesta la procura di Ancona è gravissima: detenzione di materiale pedopornografico: l’episodio sul quale sono in corso indagini tecniche porta la data del 9 aprile, il giovedì Santo.
Per questo il 26 maggio gli investigatori dell’Arma, su mandato della procura, hanno setacciato la sua abitazione, portandosi via computer e supporti informatici, ora al vaglio degli inquirenti. "Vi è fondato motivo di ritenere - scrive il pm - che nei locali nella disponibilità dell’indagato possa rinvenirsi materiale relativo a pornografia minorile e alla detenzione di materiale realizzato utilizzando minori, nonchè telefoni cellulari e altri supporti informatici utilizzato per il compimento degli stessi".
Per il possesso della droga, almeno al momento, al religioso non è stato contestato alcun reato (come si era appreso inizialmente): solo la detenzione ad uso amministrativo.
La teca eucaristica viene utilizzata per custodire le santissime ostie e portare la Comunione a casa di malati, infermi, anziani: persone che per vari motivi sono impossibilitate a recarsi in chiesa per ricevere l’Eucarestia. All’interno di quella in color argento consegnata da Bastoni ai carabinieri c’erano 3,5 grammi di polvere bianca che l’esame del Narcotest ha accertato fosse cocaina. Alla perquisizione era presente l’avvocato Simone Fioravanti che insieme al collega Umberto Gramenzi ha assunto la difesa di don Bastoni.
Dopo l’ennesima bufera il vescovo di Ascoli Piceno aveva deciso di allontanarlo dalla Diocesi e riaffidarlo al Superiore della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso che si trova in Umbria. Ma martedì 2 giugno, proprio mentre don Bastoni stava andando a Città di Castello per curarsi, per l’ennesima volta da quella che la chiesa definisce una "depressione dopo un periodo di lockdowm", il religioso è stato fermato nuovamente. Gli investigatori sono intervenuti a Colli del Tronto - secondo quanto si è appreso - don Bastoni si è recato nell’abitazione di una brasiliana, già monitorata dalle forze dell’ordine.
Appena è uscito è stato fermato per strada dai militari che, anche in questa occasione, gli hanno sequestrato circa 5 grammi di cocaina e contestato una nuova violazione amministrativa.
Ora don Bastoni - come confermato dall’avvocato Gramenzi - si trova nel Tifernate in una comunità di recupero.
Dal 2011 Villa Sacro Cuore, sulle colline sopra Città di Castello, è adibita a centro di recupero per sacerdoti in seria difficoltà o piuttosto per preti deviati.
Da lì sono passati Giovanni Desio, ex sacerdote di Ravenna accusato di atti sessuali contro minorenni o don Stefano Cavalletti, pizzicato in un coca party. Da ultimo anche Calcedonio Di Maggio, don Antonio per l’Ordine dei benedettini silvestrini ai quali apparteneva, indagato a piede libero dalla procura di Perugia con l’ipotesi di tentata prostituzione minorile. Avrebbe cercato di convincere minorenni a rapporti sessuali in cambio di denaro e regali.
Don Antonio veniva proprio da Villa Sacro Cuore che aveva abbandonato.
Erika Pontini