"Quella del capoluogo umbro è la prima Procura italiana che ha aperto una inchiesta a seguito del nostro esposto presentato la settimana scorsa, e ora altre procure in tutta Italia stanno vagliando gli esposti della nostra associazione finiti sul tavolo della magistratura".
A dirlo è il presidente di Codacons, Carlo Rienzi dopo che è emerso che direttamente il procuratore Raffaele Cantone ha affidato a un sostituto gli accertamenti in materia. "Riteniamo un atto doveroso indagare su chi aveva il compito di garantire il funzionamento degli ospedali e la disponibilità di un numero adeguato di posti letto nei reparti di terapia intensiva, alla luce di una serie di reati che potrebbero emergere in caso di omissioni o negligenze".
Nell’esposto inviato alla Procura di Perugia il Codacons chiedeva di "accertare se, nonostante i numerosi Dpcm, i Decreti Legge, le Ordinanze del Ministero della Salute, le circolari, le numerose ordinanze emanate contenente impegni alla concreta utilizzazione dei fondi volte sia all’incremento delle terapie intensive e dei posti letto, sia all’acquisto di presidi ospedalieri, ventilatori, mascherine e quanto altro necessario per essere pronti in caso di una prevista seconda ondata, la Regione nonostante il tempo che abbia avuto a disposizione, non sia stata in grado di adempiere agli impegni assunti".
Il Codacons chiede anche "se possano sussistere ritardi od omissioni sul fronte della sanità pubblica e dunque se possano configurarsi fattispecie penalmente rilevanti quali concorso in omissione di soccorso, omesso controllo e vigilanza, ritardo nel compimento degli atti di ufficio, concorso in epidemia colposa". Gli accertamenti sono in corso ma ancora è troppo presto per tirare le somme di eventuali ritardi.