SILVIA ANGELICI
Cronaca

Come gestire le emergenze. Trevi, nuovo Piano multirischio

Terremoti, alluvioni, frane, neve, incendi: ecco le buone pratiche di protezione civile. CLASSE II A DELLA SCUOLA MEDIA “TOMMASO VALENTI” (TREVI).

Di recente il Piano è stato presentato alla popolazione nel corso di due incontri pubblici

Di recente il Piano è stato presentato alla popolazione nel corso di due incontri pubblici

Come noto, fenomeni come i terremoti non si possono prevedere ma è indubbio che nelle zone classificate come sismiche (Trevi è in Zona Sismica 1, la più pericolosa) nuove scosse prima o poi si manifesteranno. Se i danni alle cose dipenderanno dalla magnitudo sprigionata e dalla qualità costruttiva degli edifici coinvolti, quelli alle persone potranno essere più o meno gravi anche sulla base di come nell’immediato sarà gestita l’emergenza. Soccorsi rapidi e ben organizzati infatti possono salvare delle vite umane. Ma quello costituito dai terremoti non è l’unico rischio per la popolazione. Eventi estremi sono purtroppo sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Nubifragi o “bombe d’acqua” potrebbero provocare esondazioni di fiumi o frane.

D’estate invece la siccità potrebbe favorire il propagarsi di incendi aventi un innesco accidentale o doloso. A differenza dei terremoti, questi ultimi rischi sono però più facilmente prevedibili poiché l’intensità di un temporale, per esempio, può essere in linea di massima valutata in anticipo grazie alle previsioni e alle allerte meteo. Per fronteggiare al meglio ogni tipo di emergenza e per quanto possibile limitare i danni a persone e cose, il Comune di Trevi si è dotato di un nuovo Piano Comunale di Protezione Civile Multirischio, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale il 30 luglio 2024. Sfogliandone le relazioni che lo compongono, abbiamo scoperto tante cose interessanti. Prima di tutto, il ruolo che ha il Sindaco, massima autorità a livello territoriale in materia di protezione civile, a cui spetta il compito di attivare e coordinare il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), cioè il gruppo di lavoro destinato a gestire l’emergenza.

Per tutti i rischi, tranne quello sismico, la sede operativa di questo organismo sarà il Municipio, in caso di terremoti invece il C.O.C. utilizzerà l’aula di informatica della nostra scuola, per nostra fortuna ospitata in un edificio moderno antisismico. Il Piano prevede poi tante altre cose: le aree sicure dove far convergere la popolazione evacuata in attesa di sistemazione, quelle dove allestire le tendopoli, le aree di ammassamento dei soccorritori con i loro mezzi e risorse. Infine, dall’esame delle tavole allegate al Piano abbiamo compreso quali zone o punti del territorio sono a rischio alluvione (la frazione di Cannaiola, già nel 2020 allagatasi per la rottura dell’argine del Tatarena, la località di Pietrarossa, quella di Faustana e alcuni sottopassi stradali).