
Chat, mail, file dei docenti indagati. Faldoni di documentazione cartacea. Tutto materiale che ora viene passato al setaccio dagli agenti della Guardia di Finanza, coordinati dal procuratore generale Raffaele Cantone, nell’ambito dell’inchiesta sulle sospette irregolarità nei concorsi destinati all’assunzione di professori universitari e ricercatori all’Università per Stranieri di Perugia. Cinque le procedure concorsuali finite nel mirino dell’indagine: l’ipotesi degli inquirenti è che ci possa essere stato uno scambio di favori tra i professori che avrebbero fatto parte delle commissioni esaminatrici e che sarebbero dipendenti in parte dell’UniStra di Perugia e in parte di altri atenei italiani. Insomma, seppur non direttamente, l’inchiesta si potrebbe allargare interessando anche altre università.
Gli inquirenti sono al lavoro per verificare se siano esistiti degli “accordi“ per favorire alcuni candidati piuttosto che altri nei concorsi per l’assunzione di ricercatori e professori: insomma se quelle procedure concorsuali non abbiano premiato il merito e le capacità ma siano state “addomesticate“ o addirittura realizzate appositamente in favore di qualche “prescelto“. E, questa è l’ipotesi degli inquirenti, delle commissioni esaminatrici avrebbero fatto parte professori “compiacenti“ provenienti da altri atenei italiani e che a loro volta avrebbero ricevuto vantaggi legati all’inserimento nel mondo universitario di persone da loro indicate. C’è da precisare che tutti i concorsi presi in esame da Guardia di Finanza e Procura sono stati banditi negli anni scorsi e comunque sono riferiti alla passata gestione dell’Università per stranieri. E’ il procuratore a precisare che "l’attuale rettore Valerio De Cesaris non è indagato" e che l’indagine sulle presunte irregolarità in alcuni concorsi non coinvolge in alcun modo l’attuale vertice di Palazzo Gallenga.
Intanto ieri stesso sono iniziati in Procura gli interrogatori di alcuni dei indagati, che si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Ai ventitré finiti nel mirino della Procura vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promottere utilità, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti. Tra le persone raggiunte da avviso di garanzia ci sono almeno una decina di professori universitari: tra gli indagati anche l’ex direttrice Giuliana Grego Bolli e la professoressa Stefania Spina, entrambe coinvolte nel caso-Suarez.
E questo perché l’inchiesta di oggi sui concorsi “truccati“ prende le mosse proprio dall’attività investigativa relativa al cosiddetto esame-farsa sostenuto dal bomber uruguaiano all’Università per Stranieri. In quell’occasione (la vicenda è ora davanti al giudice per le indagini preliminari), a Suarez, questa è la ricostruzione degli investigatori, venne passato in panticipo il pdf con le domande del test. Al calciatore era necessario superare l’esame di livello B1 sulla conoscenza della lingua italiana per l’acquisire la cittadinanza poiché era in ballo il suo ingaggio alla Juventus. Le chat e le mail di quell’inchiesta hanno “partorito“ il filone relativo ai concorsi.
Annalisa Angelici