
L'avvocato Giuseppe Caforio
Perugia, 29 aprile 2020 - «In Italia la bigamia sarà anche vietata, ma il ifidanzamento no di certo... ". Si concede una battuta l’avvocato Giuseppe Caforio, docente di diritto all’Università di Perugia, nell’esaminare l’aspetto controverso del nuovo Dpcm sulla visita ai congiunti. "Ma la questione è molto seria e purtroppo non c’è nulla da scherzare", ammonisce poi. Il riferimento è proprio agli spostamenti in tempo di coronavirus e al fatto che da lunedì ci si potrà muovere all’interno della regione per far visita ai propri congiunti.
"Congiunto è termine generico non ricompreso nel codice civile. Sebbene ne comprenda la ratio, giuridicamente non sta né in cielo né in terra. Conte aveva l’intento di far riunire gli affetti più prossimi, ma in una visione limitata ha pensato ai parenti più prossimi. C’è però una discrasia tra ciò che ha detto e la valenza giuridica che si ritrova nel Dpcm".
"Di solito i parenti stretti sono collocati entro il quarto grado. Avendo però usato il termine ‘congiunto’ la nozione è molto più ampia, non definita giuridicamente e riferita a tutti i rapporti affettivi. E infatti subito dopo, andando in contraddizione, hanno dovuto spiegare che ci rientrano pure i fidanzati".
Ma la figura del fidanzato è previsto dalla legge? "No, appunto. Non c’è nessuna accezione giuridica: io posso avere una fidanzata da appena un giorno e dichiarare che mi sto recando a farle visita".
Naturalmente potrei averne anche più di una... "Certo, la legge vieta la bigamia ma non il bi o il tri-fidanzamento. Ecco, tradurre in norme restrittive quel messaggio per cui si è voluto dire di contenere le visite ai ‘congiunti’. crea questo pasticcio giuridico".
Ma quando vengo fermato per un controllo, devo spiegare dove vado e pure con chi? "No di certo. Va indicata la città ma non l’indirizzo. E tanto meno il nome della persona: sarebbe una doppia invasione della privacy da parte di chi ci controlla".
E le multe? Anche quelle per gli altri spostamenti potranno essere contestate? "Sono convinto che saranno tutte annullate per eccesso di potere dello strumento giuridico".
Insomma questi Dpcm sono un disastro, diciamolo... "Non sono atti con forza di legge ma puramente amministrativi e di dubbia legittimità, visto che non sono neanche previsti dalla Costituzione. Ripeto, lo spirito è apprezzabile ma è illogico che il presidente del Consiglio continui a usare tale atto avendo a disposizione tutti i ministri, e uno strumento come il decreto legge, per limitare diritti fondamentali come la libertà, il culto, o quello d’impresa. Tutto ciò rischia di creare un problema molto più serio in prospettiva".
Quale? "C’è un problema di prassi costituzionale. Nel nostro ordinamento il ‘precedente’ costituisce infatti un riferimento, come fosse una legge, insomma. Tant’è che nel vuoto normativo, come ad esempio quando c’è l’elezione di un nuovo presidente del Consiglio, si fa riferimento alla prassi. La cosa pericolosa è che se passa la prassi che il premier può fare Dpcm senza alcun limite come quello sulla privazione delle libertà, un domani che alla presidenza ci troveremo un qualcuno che voglia assumere potere esorbitanti farà riferimento alla prassi ormai consolidata. E ciò rappresenta davvero un pericolo per la democrazia". © RIPRODUZIONE RISERVATA