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Perugia, 23 marzo 2020 - C’è qualche segnale positivo nei numeri del coronavirus che interessano l’Umbria. Ma prima ci sono purtroppo da registrare altre tre vittime, tre persone che sono morte non direttamente per il Covid-19, ma che erano già affette da patologie molto serie e che le complicazioni legate al virus hanno ulteriormente aggravato. Il bollettino ufficiale della Regione emesso ieri mattina parla dunque di tre ulteriori decessi, tre nuove famiglie colpite dal dolore della morte che si aggiungono alle tredici già interessate dal dramma nella settimana scorsa. Una delle vittime è un dipendente dell’ospedale di Terni (aveva 59 anni), un altro invece un uomo di 87 anni residente nel comune di Perugia che era stato ricoverato giovedì scorso.
"In questi ultimi giorni continuiamo a registrare altre vittime del Covid 19 anche nella nostra città – afferma dal canto suo il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Tra queste, ci é giunta notizia della morte di un nostro concittadino la scorsa notte. Alla famiglia voglio esprimere la vicinanza mia personale e di tutta la città. Nel ribadire il cordoglio a tutte le famiglie che hanno perso un proprio caro in questa particolare emergenza, richiamo tutti al rispetto delle regole decise dal governo italiano e all’impegno di restare a casa. Ringrazio ancora una volta tutto il personale sanitario – aggiunge - che si sta adoperando senza sosta nella nostra città come in tutta Italia per curare chi ne ha bisogno".
Proprio i sette giorni appena passati sono stati i più difficili, i più tremendi in questo senso: fino a martedì l’Umbria aveva registrato soltanto un morto, mentre da lì fino a ieri ce ne sono stati altri quindici, tre al giorno. I soggetti risultati positivi al test sul coronavirus in Umbria al momento sono 522 (18 dei quali provengono da fuori regione), con 5 soli guariti. Ma iniziano ad aumentare coloro che escono dall’isolamento perché erano stati a contatto con i malati.
Negli ultimi due giorni infatti le persone in quarantena sono quasi trecento in meno: venerdì erano 2.566, ieri 2.248. Anche questo è un segnale che fa ben sperare, come quello dell’aumento dei contagiati che da 72 ore a questa parte risulta comunque più contenuto. Ma ad un mese dall’inizio dell’emergenza epidemiologica (iniziata il 21 febbraio a Codogno), si può iniziare a fare qualche paragone tra le diverse regioni. O almeno tra quelle che confinano con l’Umbria che hanno situazioni tra loro diverse. Intanto il numero delle vittime, che da noi è pari al 3 per cento dei soggetti positivi al virus. Un numero che assomiglia molto a quello della Cina (che si è alla fine stabilizzato al 3,8%), ma molto diverso dalle Marche (oltre il sette) e dell’Emilia, queste ultime sono non a caso due delle regioni più in crisi. In Italia il tasso di letalità (e non di mortalità) purtroppo è molto più elevato, mentre Abruzzo e Toscana come mostra la tabella hanno percentuali molto simili alle nostre.
E sono molti meno quelli che in Umbria vengono ricoverati rispetto ad altre realtà (attualmente s ono comunque 132 quelli che si trovano in ospedale): circa dieci punti inferiore è la nostra media a paragone delle regioni confinanti. Preoccupa invece un po’ di più la situazione per la terapia intensiva: attualmente sono 35 le persone in Rianimazione, pazienti malati in modo serio: sfioriamo il 7 per cento in questo caso rispetto al totale dei contagiati (come nella Marche e in Abruzzo), mentre la Toscana ci supera e l’Emilia – nonostante i numeri assoluti più elevati – ha percentuale più contenuta.
Tra sabato e domenica Aziende ospedaliere e sanitarie della nostra regione, hanno comunque disposto ben 400 tamponi: un numero altissimo rispetto alla settimana passata, che porta il totale a 3.148 e che fa dell’Umbria una delle regioni con maggiori screening in rapporto alla popolazione (quasi 39 ogni diecimila abitanti). E basso – rispetto alle regioni confinanti - risulta essere il numero dei tamponi positivi: il 15% dei testati è affetto da Covid - 19, con le Marche che invece riscontrano un malato su tre e anche l’Emilia che ha il 27% di riscontri. Intanto sono saliti a dieci i casi positivi registrati ad Assisi, mentre sono nove gli affetti dal virus nel territorio di Bastia.