Perugia, 11 settembre 2020 - Auspica «l'arrivo di nuovi e potenti farmaci attivi nei confronti del virus» la professoressa Daniela Francisci, direttrice della clinica di malattie infettive dell'ospedale di Perugia, la quale si dice però «convinta che solo il vaccino possa 'sconfiggere' il Sars-CoV-2».
In un'intervista all'Ansa, Francisci si è soffermata anche sulla prossima riapertura delle scuole. «È inevitabile - ha detto - che comporti un rischio dal punto di vista epidemiologico. Si è cercato di mettere in atto tutti i possibili sistemi per ridurre la possibilità di trasmissione del virus e mettere docenti e discenti nelle condizioni di massima sicurezza, assumendo in cambio una quota di rischio. Sarà fondamentale identificare tempestivamente e circoscrivere rapidamente eventuali micro-focolai di infezione che dovessero accendersi. D'altra parte - ha concluso la professoressa Francisci - non è pensabile rinunciare ad aprire scuole e università, anche perché il virus è destinato a circolare nella popolazione ancora per mesi».
"In un momento delicato come questo, in prossimità della riapertura delle scuole, non è prudente dimezzare i tempi della quarantena. È allo studio nel nostro Paese la possibilità di portare a dieci i giorni il periodo di quarantena e questo potrebbe essere un più giusto compromesso", dice ancora la professoressa Francisci.
«La quarantena - ricorda la professoressa Francisci - è una misura che si applica a persone che risultano essere state a stretto contatto con un paziente Covid-19 positivo. Il tempo di incubazione medio dell'infezione è 4-5 giorni ma possono esserci tempistiche più lunghe in una minoranza di soggetti. Si stima che una quarantena di 7 giorni comporterebbe un aumento del rischio di trasmissione dell'infezione in circa il 5-10% dei casi. Per questo l'Ufficio europeo dell'Oms continua a raccomandare una quarantena di 14 giorni. Certo, limitare il numero di giorni a 7 comporterebbe una riduzione dei costi sociali ed economici del Paese e migliorerebbe l'accettazione e l'aderenza a questa misura di contenimento, ma inevitabilmente porterebbe ad un aumento del rischio di trasmissione».