
Angelo Canale guida il Collegio giudicante della Corte dei Conti dell’Umbria
Perugia, 12 maggio 2016 - Avrebbero utilizzato fondi della Regione per acquistare macchinari usati. Ma invece il finanziamnto era destinato all’acquisto di impianti nuovi di zecca. Per questo motivo un’azienda del capoluogo e gli imprenditori che si sono via via succeduti alla guida della stessa, sono stati messi sotto accusa dalla procura della Corte dei Conti dell’Umbria che imputa loro un danno erariale di oltre 52mila euro.
La vicenda è stata discussa ieri mattina in udienza e ha visto confrontarsi da una parte il procuratore contabile Fernanda Fraioli e dall’altra l’avvocato Francesco Crisi. Il collegio giudicante, presieduto da Angelo Canale, ha ascoltato con attenzione le ragioni delle parti. La vicenda risale al 2007 a seguito di un accertamento della Guardia di Finanza. Una verifica di carattere fiscale che ha anche provocato una segnalazione alla procura della Repubblica. Senza dimenticare che su questo caso è in corso una causa civile, in quanto la Regione ha chiesto all’azienda (la Iride srl) che aveva fatto la richiesta di accesso ai fondi, di restituire quelle risorse pubbliche proprio perché utilizzate per acquistare macchinari usati invece che nuovi.
La procura della Corte dei Conti per il presunto danno erariale ha però chiamato in causa oltre alla Iride, anche i rappresentanti legali, Cristiano e Luciano Blois che con qui fondi hanno partecipato a un bando per realizzare un laboratorio specializzato per acquistare gli impianti e avvalersi di consulenze. La società dunque era riuscita ad accedere al finanziamento e ottenere prima un acconto e poi il saldo a seguito della presentazione del collaudo del laboratorio.
A un certo punto però alla Iride srl arrivano le Fiamme Gialle per un accertamento di caratttere fiscale. E gli agenti trasmettono anche un’informativa anche in via Martiri dei Lager. Secondo il pm Fraioli dunque con quelle risorse non solo sono stati comprati macchinari usati, ma l’operazione è stata eseguita in favore di una società «legata» alla Iride.
L’avvocato Crisi ha però respinto in modo deciso le accuse di danno erariale. Prima di tutto ha spiegato che quei macchinari prima che venissero acquistati dalla Srl non erano comunque mai stati usati. E poi ha aggiunto che non ci sono elementi probatori che giustifichino la richiesta della restituzione di quei 52mila euro da parte della Regione. Per questi motivi ha chiesto l’assoluzione sia della Iride che dei due imprenditori.