
Il trend della nascite negli ultimi 20 anni nella regione nel grafico dell’Agenzia Umbria Ricerche
L’analisi della dinamica demografica in Umbria nel periodo 2000-2024 evidenzia una tendenza strutturale al declino della natalità e un contestuale aumento della mortalità, con un saldo naturale persistentemente negativo. Questo fenomeno assume nell’ultimo decennio contorni sempre più critici, con un’accelerazione del calo delle nascite e un aggravamento del deficit naturale.
È quanto sostiene Giuseppe Coco, analista dell’Agenzia Umbria Ricerche, che esaminando più da vicino i numeri, ha notato che tra il 2002 e il 2014 i nati oscillano attorno alle 7.000-8.000 unità annue, mostrando una certa stabilità con lievi oscillazioni positive tra il 2007 e il 2008. Tuttavia, dal 2015 si osserva una progressiva contrazione delle nascite, fenomeno che si acuisce negli anni successivi, portando il dato dal 2018 sotto la soglia dei 6.000. L’andamento negativo si accentua ulteriormente dal 2022, con un calo che porta stabilmente le nascite sotto quota 5.000, registrando una riduzione di oltre il 40% rispetto al 2008, anno in cui si è registrato il picco di nascite nel terzo millennio.
Quanto ai decessi, rileva il ricercatore Coco, fino al 2011, il numero annuo di decessi nella regione si è attestato prevalentemente al di sotto della soglia delle 10.000 unità. Tuttavia, a partire dal 2012 – con l’unica eccezione del 2014 – si registra un superamento costante di tale soglia, fenomeno trova il suo punto di massima espressione nel triennio 2020-2022, in cui il numero di decessi supera stabilmente le 11.000 unità annue anche a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19.
Quanto al saldo naturale – rileva Agenzia Umbria Ricerche – già attestatosi su valori negativi all’alba del terzo millennio, ha evidenziato un progressivo deterioramento nel corso degli ultimi vent’anni. Nel periodo 2000-2014, il disavanzo demografico si è mantenuto al di sotto della soglia delle -3.000 unità annue, mentre a partire dal 2015 ha fatto registrare un incremento, superando quasi sistematicamente il valore di -4.000. La contrazione si è ulteriormente accentuata negli anni più recenti, con una marcata flessione tra il 2020 e il 2022, determinata dalla concomitanza di una riduzione della natalità e di un aumento della mortalità in tutta la regione.