Costi & Capotosti: due folignati a ’The Wall’, la collettiva di Milano

Saranno la fotografa Daniela Costi e la pittrice Monica Capotosti, entrambe di Foligno, le...

Costi & Capotosti: due folignati a ’The Wall’, la collettiva di Milano

Costi & Capotosti: due folignati a ’The Wall’, la collettiva di Milano

Saranno la fotografa Daniela Costi e la pittrice Monica Capotosti, entrambe di Foligno, le uniche due artiste presenti alla collettiva ‘The Wall’ che da domani fino al 22 dicembre permetterà ai visitatori del Centro Culturale di Milano, al civico 4 di Largo Corsia dei Servi, di visitare le opere di 19 performer provenienti da tutto il mondo.

Nella città del Duomo le due talentuose folignati si presentano con il suggestivo nome di Fuses, a indicare la fusione delle due arti, quella della fotografia e quella della pittura, il cui simbiotico abbraccio dà vita ad un’immagine potente, che sembra quasi uscire dalla tela e che ha il dono di parlare a chi la guarda.

Alla mostra, curata dalla galleria d’arte contemporanea ‘Jelmoni Studio Gallery’ (fondata da Elena Jelmoni, laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera Milano e una lunga esperienza nei più prestigiosi teatri italiani), le due artiste umbre esporranno due opere dal titolo ‘A un passo da te’. Si tratta (foto) di installazioni inedite costituite da una consolle sormontata da antiche cornici restaurate all’interno delle quali campeggiano due volti che emergono dal colore denso, che dal nero vira verso il ciliegia e l’indaco, nel quale sono tuffati. I volti, ritratti autentici della fotografa Daniela Costi, sono trasfigurati dall’affiorare dello sfondo, opera della pittrice Monica Capotosti, che si impone come presenza al pari della figura umana.

"Abbiamo voluto narrare l’eterno conflitto tra l’uomo e la sua immagine, l’identità individuale e lo specchio che tale immagine deforma o rende finalmente visibile", spiega Daniela Costi. Che aggiunge: "La base della consolle costituita da una gamba femminile rappresenta la capacità della donna, figlia e madre dell’Universo, di sorreggere l’umanità".

Sul tema del doppio interviene Monica Capotosti: "La distorsione dell’immagine delle nostre opere è intenzionale. Vogliamo comunicare il disagio dell’uomo di fronte all’immagine di sé, compresso tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere".