Perugia, 26 agosto 2023 – Il Covid rialza la testa anche in Umbria. Da un mese a questa parte, infatti, i casi di positività sono tornati a crescere in maniera costante, arrivando a superare attualmente quota cinquecento, con relativa crescita del numero dei ricoveri.
Niente di preoccupante al momento, ma una situazione che va comunque monitorata.
Tutta colpa della variante ribattezzata "Eris" in onore alla dea della discordia greca.
Nel gergo medico in verità si chiama Eg5, discendente dalla Xbb192, che nelle ultime settimane è diventata protagonista della diffusione del Sars.Cov2. Nel dettaglio in Umbria, ieri mattina alle 8, gli attuali positivi erano saliti a quota 522, il valore più alto da oltre due mesi, con una media di nuovi contagi fra i trenta e quaranta giornalieri, dopo che a luglio in alcune giornate si era sfiorato lo zero.
E così i ricoveri che erano scesi a quota 11 lo scorso 12 agosto, ieri erano tornati a interessare 43 pazienti con uno soltanto fortunatamente in Terapia intensiva e nessun decesso da almeno due mesi.
«Sì è vero – spiega Antonella Mencacci, direttore della Clinica di microbiologia dell’Università di Perugia – i contagi stanno risalendo e si tratta quasi sempre di casi legati alla variante Eris. Questo accade perché gli anticorpi creati dal vaccino o dalla malattia hanno perso di efficacia sia per le caratteristiche della Eg5, sia perché siamo sempre più lontani dall’ultima vaccinazione".
«In questo momento i numeri restano contenuti anche qui in Umbria – precisa Mencacci – e i sintomi sono leggeri. Le persone a rischio ancora una volta sono gli anziani e i fragili, per loro la possibilità di contrarre il virus in modo severo è certamente superiore". Dobbiamo preoccuparci? "Direi che dobbiamo vaccinarci – aggiunge –. Per capire meglio però quanto questa variante potrà diffondersi e con quali ripercussioni, dovremmo attendere l’autunno: lì – conclude – avremo la prova del nove".
D’altra parte a inizio agosto l’Organizzazione mondiale della sanità aveva comunicato che Eris, variante nota da febbraio e fino ad allora considerata come variante sotto monitoraggio era ora (e oggi) considerata variante di interesse, osservando un aumento costante nelle ultime settimane relativamente alla sua prevalenza (e come osservato anche dai monitoraggi condotti in Italia a luglio e in Umbria ad agosto).