Perugia, 12 aprile 2021 - In molti pazienti il Covid-19 causa la perdita dell'olfatto e del gusto. E dopo la guarigione uno su dieci continua a non sentire odori e sapori. Soffrire di anosmia (deficit di olfatto) e ageusia (deficit di gusto) puo' incidere profondamente sulla qualita' della vita, ma un'innovativa terapia anti-neuroinfiammazione, in grado di agire sul controllo delle alterazioni del sistema nervoso, promette di recuperare totalmente le funzioni in pochi mesi.
I primi risultati emergono da uno studio condotto, con l'arruolamento di un centinaio di pazienti, dal team di Arianna Di Stadio, coordinatore di Ricerca in Otorinolaringoiatria e docente di Neuroscienze all'Universita' di Perugia, avviato a novembre 2020. "Lo studio parte dall'ipotesi che la causa della perdita dell'olfatto - spiega Di Stadio - interessi il sistema nervoso centrale. Ipotesi confermata dai risultati stessi del lavoro e da altri precedenti studi scientifici, che superano la teoria dell'ostruzione periferica. Il virus determina dunque un'infezione e infiammazione dell'encefalo che, alterando i processi di trasmissione del segnale, produce ripercussioni totali o parziali sull'olfatto con il rischio che, una volta atrofizzata la struttura (il bulbo olfattivo), l'anosmia diventi irrecuperabile. L'encefalo ripara i danni autonomamente nell'arco di uno/due anni, ma se questo non avviene e' importante intervenire quanto prima, sottoponendosi a trattamenti in grado di restituire la capacita' di odorare e gustare entro pochi mesi dalla manifestazione del disturbo"