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Covid-Umbria, ecco i numeri reali In un mese almeno 120mila contagi

Ieri riunione del Cts: Omicron al 90%. A gennaio i positivi sono stati il doppio di quelli conteggiati

Nell’ultimo mese l’Umbria ha registrato oltre 60mila contagi, tanti quanti se ne sono avuti in quasi 21 mesi di pandemia (73mila da marzo 2020 a metà dicembre 2021). Ma la verità è che in questi ultimi 30 giorni, le infezioni con Omicron potrebbero essere state il doppio delle 60.090 conteggiate, se non addirittura di più e che gli esperti della Regione al momento stimano tra le 120 e le 130mila.

Quello dell’alto numero dei contagi è stato uno dei temi discussi ieri durante la riunione del Comitato tecnico scientifico regionale, dal quale è emerso che ormai Omicron è prevalente in Umbria e riguarda il 90 per cento dei casi. La stima sul numero dei positivi è stata effettuata su un recente studio intitolato "Hospitalisation risk for Omicron cases in England" del 22 dicembre scorso ed effettuato dall’Imperial College di Londra (Report 50). Indagine del docente italiano Paolo Vineis, che ha evidenziato come in Gran Bretagna venga scoperto solo un caso su 3 di positività.

Studio che traslato in Italia e quindi in Umbria produce risultati impressionanti a causa della variante Omicron. Il tasso di positività infatti, ossia il numero di persone che risulta positivo al tampone, non è mai stato così alto come in quest’ultimo periodo: su 100 persone tamponate, ne sono risultate positive in alcuni giorni anche più di venti.

Ma la media dal 23 dicembre (primo giorno oltre i mille contagi) e fino a ieri è stata su oltre 500mila tamponi effettuati (500.448 fra test antigenici e tamponi molecolari) del 12 per cento.

Lo studio di Vineis rileva che più il tasso di positività è alto, più sono gli infetti che rischiano di non essere trovati e questo accade nonostante l’elevatissimo numero di tamponi. Il motivo, hanno aggiunto ieri gli esperti della Regione durante la riunione del Cts, è che quando il sistema di tracciamento è fuori controllo, la gran parte delle infezioni asintomatiche ancora una volta non viene rilevata.

Secondo il modello inglese – confermato dalle ipotesi del Nucleo epdemiologico regionale e da quello di Umbria digitale - c’è dunque una forte sottostima dei contagi. Nel complesso si ritiene come un quarto della popolazione umbra entro metà marzo si sarà contagiata e che in questo ultimo mese di forte contagio siano stati individuati soltanto tra il 15 e il 30% dei contagi reali. Attualmente potrebbero essere stati già 120-130mila gli umbri positivi nell’ultimo mese e potrebbero arrivare a 220mila tra fine febbraio e metà marzo.

Michele Nucci