"Reclutiamo medici da mandare in Umbria". Borrelli prepara l'ordinanza

Il capo della protezione civile annuncia la decisione di cercare camici bianchi da mandare in aiuto. Il virologo Menichetti: "Fare presto con i vaccini agli anziani"

Angelo Borrelli (ImagoE)

Angelo Borrelli (ImagoE)

Perugia, 10 febbraio 2021 - "Stiamo lavorando per mandare i medici in Umbria. Stasera o domani mattina, quando avrò il concerto dei vari ministeri e della Regione, firmerò un'ordinanza per reclutare e mandare dei medici in Umbria". Lo ha annunciato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli durante un incontro nel Comune di Pozzuoli (Napoli).

Il virologo: "Fare presto con i vaccini agli ultra 80enni"

Intanto sulla questione della campagna vaccinale interviene il virologo perugino Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa. "Nella campagna vaccinale dell'Umbria c'è una distonia evidente. Si è partiti con una fascia d'età relativamente più giovane, ma spero che siano intelligenti e facciano presto a vaccinare anche gli ultra 80enni. Si può fare presto, anche perché non è un gruppo numeroso di persone".

"Si deve fare presto. Sono molto preoccupato vista la situazione epidemiologica", aggiunge. Le vaccinazioni degli 'over 80' partiranno il 15 febbraio in Umbria. Dal 12 febbraio potranno prenotarsi esclusivamente i cittadini nati nel 1940 e nel mese di gennaio 1941. Solo dopo verrà data comunicazione ai nati nel 1939 e negli anni precedenti, che pur essendo più anziani e fragili ancora non sanno da quale giorno potranno prenotarsi per il vaccino.

I dubbi dei medici

Nessuna informazione dalla Regione sulla campagna vaccinale per gli over 80 e tante richieste dai pazienti, che vogliono vaccinarsi e sono preoccupati anche per la particolare situazione pandemica della regione. I medici di famiglia dell'Umbria si trovano tra 'incudine e martello' a pochi giorni dell'avvio della vaccinazione per gli anziani che partirà lunedì 15 febbraio, con le prenotazioni che saranno aperte dopodomani solo per i nati nel 1940 e nel mese di gennaio 1941. Una scelta poco comprensibile. "Siamo sommersi dalle telefonate dei pazienti e non abbiamo informazioni. I colleghi sono furiosi", dice all'Adnkronos Salute Sabatino Orsini Federici, segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Ma, aggiunge, "voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, perché serve collaborare ed essere propositivi per superare questo difficile periodo: domani siamo stati convocati dalla Regione per discutere le modalità organizzative della campagna e delle vaccinazioni a domicilio, che ci competono, anche se non sappiamo in che modo. La convocazione è arrivata un'ora fa. Meglio tardi che mai". "Siamo stati anche informati da poco - aggiunge il medico - che si comincia con la vaccinazione anche del personale di studio. I medici di famiglia sono già stati tutti vaccinati. Si sta muovendo qualche cosa, mettiamola così". Venerdì scorso "c'è stato un comitato consultivo in Regione. Ma, in generale, siamo stati poco informati e pochi coinvolti".

E riguardo all'informativa della Direzione sanitaria della Regione Umbria che indica che saranno vaccinati per primi gli anziani nati nel 1940 e quelli del gennaio 1941? "Credo si sia adottato il modello che ha funzionato con la vaccinazione pneumococcica: ogni anno veniva chiamata la classe di età che aveva compiuto i 65 anni. E' una regola che può aiutare a controllare 'il traffico', può permettere di evitare intasamenti telefonici: in Umbria l'età media è elevata, se i pazienti aventi diritto chiamano tutti insieme diventa complicato. Ma analizzeremo anche questo aspetto", riflette il segretario regionale Fimmg. Un altro aspetto che "ci lascia perplessi" è la scelta della Regione di prevedere le prenotazioni in farmacia e non dai medici di famiglia. "Avremmo preferito essere consultati. Siamo noi quelli che conoscono ogni singolo paziente. Passare per la farmacia senza passare per i medici di famiglia non mi sembra una buona idea. Si poteva fare meglio", conclude Orsini Federici che, in ogni caso, sottolinea che i medici di famiglia "hanno un ottimo rapporto con le associazioni dei farmacisti: con Federfarma abbiamo fatto un accordo, proposto alla Regione, secondo il quale la distribuzione e la conservazione dei vaccini spetta alle farmacie e la somministrazione ai medici. C'è un rapporto collaborativo tra medici e farmacisti, a favore dei cittadini".