Perugia, 19 febbraio 2021 - "Ci troviamo di fronte a una incidenza delle varianti molto significativa che evidenzia come queste stiano sostituendo il ceppo originario": lo ha detto il direttore della Salute della Regione Umbria, Claudio Dario, durante la conferenza stampa settimanale relativa all'andamento della pandemia. Dopo la conferma da parte dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) di 63 casi totali causati da varianti, 41 dalla brasiliana e 22 dall'inglese, sui 77 campioni inviati, la Regione sta ora aspettando i risultati relativi ad altri 114 tamponi, attesi nel fine settimana.
"Stiamo parlando comunque già di percentuali alte" ha commentato Dario. "Quello fatto - ha aggiunto - è un campionamento statistico. Sono stati presi dei tamponi non solo in ambito ospedaliero ma in modo che il risultato potesse essere più rappresentativo possibile della popolazione umbra. I campioni analizzati e da analizzare ancora provengono dai diversi laboratori e dai diversi territori come prelievi". Dagli studi dei cluster e del sequenziamento, ha poi spiegato il commissario per l'emergenza Covid Massimo D'Angelo, si stanno cercando di fare tutti gli accertamenti e le mappature per ritrovare l'origine delle due varianti in Umbria. "Rispetto al virus iniziale - ha sottolineato - è ora più complesso risalire al cosiddetto 'paziente zero' per le due varianti".
"Ci aspettiamo un aumento dei casi dovuto alla variante inglese. Questa è molto diffusa soprattutto sulla costa adriatica e ha una maggiore trasmissibilità rispetto ai ceppi circolanti superiore al 45% e allo stesso tempo, questa è la buona notizia, non riduce l'efficacia del vaccino. La variante brasiliana è diffusa in Umbria, soprattutto a Perugia e in alcune zone della Toscana con casi sporadici in altre parte del Paese". Lo ha evidenziato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, nel suo intervento alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero Salute.