REDAZIONE UMBRIA

“Cronaca di un amore in tempo di guerra“ Giampiero Rasimelli: "I lati inediti dei miei genitori"

Una storia d’amore e di guerra, ricostruita attraverso uno degli archivi privati di maggior rilievo del secondo conflitto mondiale: il carteggio tra il sottotenente Marcello Rasimelli e la studentessa Iolanda. Di questo parla "Cronaca di un amore in tempo di guerra" di Luciano Taborchi (Morlacchi Editore). "Quando ho avuto tra le mani quell’archivio – racconta l’autore – ho capito che attraverso quelle lettere si sarebbe potuto ricostruire un periodo storico particolare. Quelle carte infatti abbracciano gli eventi bellici ai quali il giovane Marcello partecipò: dalle operazioni militari del giugno 1940 contro la Francia, a quelle contro la Grecia, alla lotta ai partigiani nelle regioni balcaniche, fino al rientro in patria e alla dura vita dopo l’armistizio. Lui scriveva dai diversi fronti in cui veniva spostato, seguendo le manie di grandezza di un dittatore che portò l’Italia alla tragedia. Lei, Iolanda, dall’Umbria rispondeva in trepida attesa e fortemente preoccupata per le sorti dell’amato". Marcello e Iolanda erano i genitori di Giampiero Rasimelli, direttore della Fondazione Umbria Jazz: "Sapevo di quel pacco: 2mila tra lettere e cartoline – dice –, ma in casa mia, dove erano tutti riservatissimi, non se ne parlava mai. E’ alla morte dei miei genitori e poi di mio fratello nel 2017 che in occasione del trasloco, da me affidato a un gruppo di volontari che operano per il Mato Grosso, sono state individuate e vendute a un collezionista che le ha mostrate a Taborchi". Che effetto le ha fatto leggerle? "Commovente. È stata la scoperta dei lati inediti di mio padre, per anni poi capostazione a Perugia e mia madre, maestra elementare. Della loro infautazione prima e l’enorme delusione poi per il fascismo. E poi il loro lato passionale...". "Quelle carte – chiosa Taborchi che torna al lato storico –, ci aiutano a far conoscere alle nuove generazioni gli effetti devastanti, anche personali e affettivi della guerra . Una memoria fondamentale: un monito a non ricadere più in simile dramma".

Donatella Miliani