REDAZIONE UMBRIA

Cucinelli è il datore di lavoro ideale, tutti vogliono essere suoi dipendenti

Lo dice un’indagine di Radstad Holding: «Ha l’84,7% delle preferenze». Seconda la Maserati

Brunello Cucinelli

Perugia 9 giugno 2015 – Brunello Cucinelli è l’azienda del Centro Italia più attrattiva come datore di lavoro secondo i potenziali dipendenti, seguita da Maserati. Lo dice l’indagine di «Randstad Holding nv», multinazionale olandese attiva dal 1960 nella ricerca, selezione, formazione di Risorse Umane e somministrazione di lavoro che, guidata dall’amministratore delegato Marco Ceresa, ieri ha consegnato a Villa Zarri di Castel Maggiore (Bologna) il Randstad Award Region Centro Italia durante una cerimonia ufficiale.

Lo studio ha misurato il livello di attrattività percepita delle aziende da parte dei possibili dipendenti che dichiarano di conoscerle, ovvero quanto e per quali fattori i brand sono capaci di attirare chi cerca lavoro o vuole cambiarlo. Nel Centro Italia sono stati intervistati tra febbraio e marzo 4000 potenziali dipendenti (studenti, lavoratori occupati e disoccupati di età compresa tra 18 e 65 anni) a cui è stato chiesto quanto ritenessero interessanti come possibili datori di lavoro 100 aziende tra 200 e 999 dipendenti attive in 10 settori merceologici. Dai risultati dell’indagine, Brunello Cucinelli risulta l’azienda del Centro Italia più attrattiva come datore di lavoro da parte dei potenziali dipendenti, con l’84,7% delle preferenze tra tutti coloro che conoscono il brand. Al secondo posto si posiziona Maserati, scelta dal 74,5% dei lavoratori. Brunello Cucinelli ha da sempre dichiarato, sin dagli esordi: «Nella mia vita ho sempre coltivato un sogno: quello del lavoro utile per un obiettivo importante. Sentivo che il profitto d’azienda, da solo, non bastava a realizzare questo mio sogno, e che un fine più alto doveva essere ricercato». E poi: «Ho ascoltato – prosegue il re del cashmere – la parola sapiente e commossa di San Francesco, San Benedetto, Kant, Marco Aurelio, Socrate, Seneca e ho capito che il valore economico è nullo senza quello umano, dal quale pertanto il primo non può prescindere».