Da Milano alle origini della famiglia. Claudio e il suo viaggio nella storia

"Incuriosito dalla provenienza del mio cognome, Camaleonti". Il bisnonno fu abbandonato alla ruota degli esposti

Da Milano alle origini della famiglia. Claudio e il suo viaggio nella storia

Claudio Camaleonti da Milano a Città di Castello per trovare le origini

Una storia lunga 150 anni che nasce dalla curiosità di scoprire le origini di quel cognome raro nella zona del Milanese dove vive. Anni di ricerche lo hanno portato a Città di Castello, davanti alla ruota degli esposti che c’era nel vecchio ospedale in centro storico: qui venne abbandonato nel lontanissimo 1878 il suo bisnonno. È la storia di Claudio Camaleonti, originario di Umbertide, ma sin da bambino vive in Lombardia: "Mi sono sempre chiesto quale fosse la genesi di quel cognome così strano…". Controllando in diversi archivi, biblioteche e musei, Claudio è riuscito a trovare traccia di un antenato, il bisnonno Marcello Camaleonti, alla cui storia ha poi dedicato un libro, "Qui è cominciata la mia vita". In prima linea nella campagna di guerra del ’15-’18, con tanto di riconoscimento ufficiale sui registri, il suo antenato ha vissuto a Migianella dei Marchesi (Umbertide): "Di lui oggi resta una sola foto in bianco e nero, in divisa dell’esercito".

La verità è in un documento conservato dall’ufficio anagrafe del comune di Città di Castello dove in un vecchio registro scritto a mano si deduce che Marcello, il bisnonno di Claudio, era stato abbandonato il 23 luglio 1878 sulla ruota degli esposti del "brefotrofio" cittadino nei pressi dell’ex ospedale. Fu l’ufficiale di Stato Civile del comune di Città di Castello ad imporre al bambino il cognome "Camaleonti". C’è dell’altro: "Al collo del piccolo Marcello era legata con un filo di rafia bianco la metà spezzata di una medaglia di ottone, che recava impressa l’effigie della Madonna della Speranza su di un lato e sull’altro, quella di San Donato: chiaro segno del desiderio dei genitori di identificare con certezza il figlio qualora, in un momento successivo all’abbandono, avessero deciso di cercarlo". Nonostante le attente ricerche svolte, non è stato possibile alla famiglia di Claudio Camaleonti (parte della quale vive a Città di Castello) recuperare i resti della medaglia. Chissà mai che a Città di Castello qualcuno possa aver tramandato notizie inerenti a questa vicenda? "Mentre le storie delle altre famiglie si perdono nel tempo, la nostra ha una data di inizio ben precisa: 23 luglio 1878 quando, un bambino di poche ore di vita, venne lasciato nella ruota degli esposti – aggiunge ancora –. Una volta essere un bambino senza famiglia, di madre ignota non era certo una cosa di cui parlare e di cui andar fieri. Oggi invece, a distanza di tempo, noi parliamo di orgoglio perché per noi il gesto di quella madre non è stato un abbandono, ma un ultimo estremo gesto d’amore".