Da rifugiati a saldatori diplomati. La storia di 25 migranti al ’Bufalini’: "Adesso siamo pronti a lavorare"

La scuola tifernate ha completato i corsi professionali e di lingua per un gruppo di richiedenti asilo. Sono arrivati da vari paesi africani. "Per noi e loro uno straordinario percorso umano e formativo".

Da rifugiati a saldatori diplomati. La storia di 25 migranti al ’Bufalini’: "Adesso siamo pronti a lavorare"

Da rifugiati a saldatori diplomati. La storia di 25 migranti al ’Bufalini’: "Adesso siamo pronti a lavorare"

Prima di ritirare il diploma ringraziano gli insegnanti e parlano di un’esperienza importante, che può davvero cambiare la loro vita. Sono i 25 richiedenti asilo politico, studenti alla scuola Bufalini di Città di Castello, che ieri mattina hanno ricevuto i diplomi per aver imparato un mestiere (saldatore) e potenziato la lingua italiana. Molti provengono dalla Guinea, altri dalla Costa d’Avorio o dal Burkina Faso, Bangladesh, Marocco e sono tutti molto giovani; mantengono l’accento francese della loro lingua, ma si fanno capire in italiano e in classe – sul banco – hanno alcune dispense per imparare la nostra lingua. Un percorso svolto un po’ nelle aule scolastiche, un po’ nei laboratori in special modo in quello di saldatura.

L’incudine e il vocabolario, la saldatura e la grammatica, ma più di tutto formazione e inclusione. I giovani erano iscritti al "Programma Garanzia Occupabilità Lavoratori" della Regione Umbria e da ieri hanno ottenuto il lasciapassare per l’ingresso nel mondo del lavoro, alcuni di loro già dalla prossima settimana potranno essere assunti con un regolare contratto. Le attività alle quali hanno partecipato fanno parte di un progetto più ampio che si è svolto durante i mesi di aprile, maggio e giugno alla scuola di arti e mestieri Bufalini, per un totale di 55 ore, suddivise in lezioni di quattro ciascuna.

Oltre alla saldatura gli studenti hanno alternato anche lezioni in classe partecipando al laboratorio "Potenziamo l’italiano" finanziato sempre dalla Regione. "In base alle competenze evidenziate in ingresso – hanno precisato i docenti – si è formata una classe plenaria che poi è stata divisa in isole di lavoro, cosicché gli studenti con una padronanza della lingua più avanzata potessero fungere da tutor per i compagni con minori conoscenze". "Questo è il momento conclusivo di un bellissimo percorso umano e formativo – dice la vice presidente della Bufalini Elisa Volpi – si è trattato di un esempio di buone prassi che ci ha visto provare a dare risposta a un bisogno contingente di questi ragazzi: da una parte trovare lavoro dall’altra avere anche la possibilità di riflettere su alcuni temi identitari e acquisire maggior consapevolezza rispetto al proprio status". Alla cerimonia hanno preso parte anche il sindaco di Città di Castello Luca Secondi e quello di San Giustino Stefano Veschi con alcuni assessori.

Cristina Crisci