Volti, lingue, culture e abitudini diverse ma un’unica convinzione: la necessità di "cambiare il mondo" rispettando il Creato e promuovendo una economia etica, più equa, giusta. Sono oltre un migliaio i giovani economisti, imprenditori e changemaker arrivati in Umbria da 100 diverse nazioni per la terza edizione di "The Economy of Francesco", il primo a potersi svolgere in presenza. Quello dove finalmente avrà luogo l’incontro con il pontefice (domani al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli) che torna ad Assisi per la sesta volta. Luogo simbolo da cui lanciare un altro potente messaggio al mondo intero insieme ai tanti ragazzi cui è affidato il futuro del pianeta per una società migliore, più giusta e attenta ai bisogni di tutti. Tra i tantissimi partecipanti all’evento organizzato dalla Diocesi di Assisi, l’Istituto Serafico ed Economia di comunione, anche giovani provenienti da Russia e Ucraina che qui si sono trovati in un abbraccio di pace. In questi giorni di “EoF“ la condivisione di intenti, riflessioni e compiti da svolgere è totale. Esce colpita dall’incontro con l’economista Stefano Zamagni, Agustina Brizuela, 27 anni argentina di Cordoba ma residente a Buenos Aires dove lavora per l’Onu all’ufficio migrazioni per l’America del Sud. "E’ dai tempi dell’università, dove ho studiato relazioni internazionali – dice –, che seguo Papa Francesco. Da anni, grazie a mio padre, leggevo le pubblicazioni di accademici come Zamagni, Bruni e altri. Così ho scoperto l’appello del pontefice e ho deciso di aderire a EoF nel 2019". Anche lei come molti altri ragazzi qui ad Assisi è convinta che "il mondo si può cambiare. Certo, siamo in ritardo visto che stiamo già vivendo le conseguenze negative del cambiamento climatico e delle disuglianze. Ma ce la possiamo ancora fare. E non è solo la speranza indotta dai messaggi, fondamentali, del Papa. Ci sono anche evidenze accademiche, scientifiche. Da dove cominciare? Dai piccoli gesti individuali. Dal modo in cui facciamo la spesa settimanale ad esempio, o da come andiamo al lavoro. Dobbiamo modificare il modo in cui abitiamo il pianeta, come ci relazioniamo tra noi e con il Creato, con la terra e gli animali. Questa è la vera urgenza. Non dobbiamo avere paura di andare controcorrente anche se le cose sembrano difficili".
Donatella Miliani