Foligno (Perugia), 11 novembre 2024 – È una città ancora disorientata quella che apprende la notizia del fermo del minorenne accusato del brutale omicidio di Salvatore Postiglione. Per Foligno e per i folignati sono stati tre giorni di apnea, con un assassino a piede libero di fronte ad un delitto efferato ai danni un uomo perbene, padre di famiglia, che con il sudore del lavoro di muratore cresciuto due figli.
Dopo tre giorni di indagini serrate, gli agenti del Commissariato, diretto dal vicequestore Adriano Felici, della squadra mobile di Perugia con la dirigente Maria Assunta Ghizzoni, e il coordinamento della Procura di Spoleto prima, e del Tribunale dei minori poi, hanno fermato un 17enne, nato e residente a Foligno, albanese d’origine familiare, a cui vengono contestati gravi indizi di colpevolezza. Per lui si ipotizzano i reati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e porto e detenzione ingiustificato di oggetti atti a offendere. Decisive le telecamere dell’attico del ‘Residence La Louviere’ ma anche la videosorveglianza cittadina, che ha ricostruito tutto il tragitto che il giovane ha compiuto, da casa al luogo dell’omicidio e ritorno, sul suo monopattino. Il delitto è avvenuto in un luogo che è ritrovo abituale per gli operai dell’azienda dove da tempo lavorava Postiglione.
"Non entro nel merito della vicenda che ovviamente è sotto investigazione – spiega il sindaco Stefano Zuccarini - ma sottolineo la validità ed efficacia del nostro sistema di videosorveglianza che, anche in occasione di un efferato delitto come questo, è stato risolutivo per la individuazione del colpevole. Un grazie alla polizia di Stato per le indagini condotte dal commissariato e dal vice questore Adriano Felici, per essere venuto a capo in breve tempo di questa tragica vicenda. Siamo vicini alla famiglia della vittima e attendiamo fiduciosi di capire il movente di tanta ferocia".
Un movente che, al momento, sfugge ma che si cerca ancora nell’ambiente di lavoro. Il 17enne aveva lavorato nella stessa ditta di Postiglione e sarebbe uscito di casa quella mattina con un coltello, da qui l’ipotesi della premeditazione. In casa, durante la perquisizione, sono stati rinvenuti vestiti ancora intrisi di sangue. Postiglione è stato ucciso con almeno 13 coltellate, alcune delle quali lo hanno raggiunto mentre stava tentando la fuga. L’uomo agonizzante era stato trovato da due addette alle pulizie dei vicini uffici del sindacato in un’aiuola a pochi metri dalla sua auto, dove era cominciata la brutale aggressione
"La famiglia è basita rispetto a questa notizia – spiega l’avvocato Alberto Maria Onori, che assiste i parenti della vittima – perché non si aspettavano tale epilogo. La famiglia non aveva contezza di situazioni di tensione sul posto di lavoro, né presenti, né precedenti. L’azienda in cui lavorava Postiglione ha pochi dipendenti, è quasi una famiglia, e non c’erano mai stati screzi. Postiglione poi non aveva alcun potere su assunzioni o licenziamenti". Dalla famiglia anche "gratitudine al commissariato di Foligno e alla Questura per la rapidità con la quale gli investigatori sono riusciti a individuare il presunto responsabile del delitto. Confermiamo la piena fiducia negli inquirenti e la gratitudine per l’impegno profuso" ha concluso il legale.