LUCA FIORUCCI
Cronaca

Delitto Meredith, l’ultimo atto. Definitiva la condanna per Amanda. Con la città sempre “al centro“

La Cassazione ha confermato i tre anni per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. L’avvocato Maresca: "C’è conflitto tra questa pronuncia e quella di assoluzione per l’omicidio".

Patrick Lumumba ieri a Roma per la sentenza della Cassazione

Patrick Lumumba ieri a Roma per la sentenza della Cassazione

C’è un altro punto, questa volta definitivo, da mettere sulla vicenda giudiziaria legata alla morte di Meredith Kercher. Diventa definitiva la condanna a tre anni di Amanda Knox per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. La Cassazione ha confermato la precedente decisione della Corte d’assise d’appello di Firenze a cui era approdata la sola questione della calunnia, dopo il ricorso presentato dalla donna americana, forte del pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo che aveva riconosciuto la violazione dei diritti di difesa di Knox durante gli interrogatori che portarono al fermo per omicidio e nei quali accusava Lumumba. Come noto, dall’accusa di aver ucciso la sua coinquilina Meredith, Amanda era stata assolta definitivamente e con lei Raffaele Sollecito.

Mentre, in tutti i gradi di giudizio, era stata riconosciuta colpevole di calunnia. Una calunnia per la quale, sottolinea ancora una volta l’avvocato Francesco Maresca che ha sempre assistito la famiglia di Meredith, il perché rimane un incognita: "C’è conflitto tra questa sentenza e quella di assoluzione" per l’omicidio. Per l’avvocato Carlo Pacelli, soddisfatto per un esito atteso, Lumumba in questa vicenda giudiziaria è la seconda vittima che da Amanda non ha ricevuto né il risarcimento, ma neanche una semplice scusa.

Si chiude, a questo punto in modo definitivo, una vicenda per la quale la città continua a soffrire, basti pensare alla polemica per le riprese della serie tv prodotta anche da Knox, e nella quale rimarrà sempre il dubbio se per Meredith sia stata fatta giustizia.