Denatalità in Umbria, culle sempre più vuote. “Il primo figlio? Dopo i 33 anni”

I dati Istat: cala il numero di bambini nelle famiglie. Ad alzare la media ci sono le donne straniere. La regione è la terza peggior regione italiana, preceduta soltanto da Sardegna (0,89) e Toscana (1,04)

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Avanza la denatalità in Umbria. Nella foto di repertorio, una madre con un bambino

Perugia, 22 ottobre 2024 – Di questo passo finiremo presto con l’essere una delle pochissime regioni italiane dove il numero medio di figli per donna è inferiore a uno. Una realtà che per adesso interessa soltanto la Sardegna (0,89), ma verso la quale ci stiamo portando lentamente ma in modo inesorabile anche noi.

L’ultimo dato di fine 2023 pubblicato proprio ieri da Istat, racconta che ogni donna umbra in media ha 1,05 figli: peggio di noi solo la Toscana (1,04) e la Sardegna come detto, poi hanno tutti numeri maggiori.

E per capire cosa stia accadendo basta guardare al 2008, quando le donne umbre avevano in media 1,29 figli, mentre due anni fa (2021) eravamo a quota 1,09.

Ecco perché viene facile pensare che in un paio di anni finiremo sotto la soglia fatidica di un figlio. Ad alzare la media ci sono le donne straniere che partoriscono nella nostra regione: loro hanno in media 1,52 figli a testa, ma anche qui il calo si fa sentire.

Nel 2008 ogni straniera aveva 2,37 bambini, due anni fa 1,72. Tutto questo fa sì che le donne in Umbria nel loro insieme hanno 1,10 figli a testa (1,18 nel 2008): peggio solo Sardegna con 0,91 e una media italiana di 1,20. E se si pensa di far fronte a tutto questo con le mancette da 500 o 1.000 euro per nascituro, si è proprio sbagliata strada.

La conseguenza diretta di tutto ciò è l’innalzamento dell’età media delle donne che partoriscono il primogenito: in Umbria siamo arrivati a 33,5 anni per le donne italiane, 29,7 per quelle straniere. La media generale è di 32,6 anni, valore identico a quello nazionale, ma con la differenza che nel 1995 il primo figlio si faceva a 30,1 anni, oltre due anni prima.

Nel 2023 in Italia, limitando l’analisi ai soli primogeniti, si diventa per la prima volta madri in media a 31,7 anni, mentre nel 1995 ciò accadeva a 28 anni. Scendendo a livello territoriale, l’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,9 e 32,6) rispetto al Mezzogiorno (32,2). La Sardegna è la regione a cui spetta il primato della posticipazione (33,2 anni).

Nel Nord, sono Veneto e Lombardia a registrare l’età media al parto più alta (32,7 anni), mentre la più bassa compete alla Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (31,9 anni). Nel Mezzogiorno, al valore massimo della Sardegna (33,2), segue quello della Basilicata (33,1 anni). Le madri più giovani d’Italia risiedono in Sicilia, con un’età media al parto di 31,7 anni.

Infine una curiosità sui nomi: Leonardo è stato quello più scelto nel 2023 dai genitori che lo hanno scelto in 127 casi pari al 5,2 per cento. Il più gettonato per le bambine è stato invece Vittoria: 63 le neo-nate con questo nome.