REDAZIONE UMBRIA

Detenuto minaccia il medico Poi si pianta un chiodo in testa

Non c’è pace nelle carceri umbre. Nuovo episodio di violenza a Terni, a Sabbione. Il Sappe: "Agenti costretti ad assistere a scene di guerriglia interna".

Detenuto minaccia il medico  Poi si pianta un chiodo in testa

Detenuto minaccia il medico Poi si pianta un chiodo in testa

Non c’è pace nelle carceri umbre. Dall’istituto di Sabbione, a Terni, continuano ad arrivare le notizie di medici aggrediti in infermeria, durante le visite o la somministrazione delle terapie. Due episodi in due giorni. L’ennesimo campanello dell’allarme di una situazione critica, come denunciano ripetutamente i sindacati, che non risparmia alcuna casa circondariale umbra. Le cause individuate sono note: la concentrazione di detenuti con problemi psichiatrici, aumentata da quando il provveditorato umbro è stato accorpato a quello toscano, l’assenza di strutture dedicate a questi detenuti. E ancora, i cronici sovraffollamento e carenza di personale. Gli ultimi due episod fanno dire al segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, Fabrizio Bonino, "Interventi urgenti prima che sia troppo tardi", e che portano i medici in servizio alla casa circondariale di Terni, ad avviare una forma di protesta per cui interverranno solo in caso di emergenza "fino alle doverose e opportune determinazioni che la direzione dell’amministrazione penitenziaria vorrà attuare". Mentre è sempre lo stesso detenuto il protagonista: "Nella tarda mattinata, lo stesso detenuto di origine rumena che il giorno prima aveva aggredito il medico di guardia, è stato chiamato in infermeria per effettuare una visita da lui richiesta in quanto il dichiarava di fare lo sciopero della fame e che aveva una lesione al sopracciglio e un dente spezzato. Giunto in infermeria, niente di tutto questo è stato riscontrato dalla dottoressa che lo stava visitando. Ma aveva notato che il detenuto aveva un corpo estraneo in bocca, verosimilmente una lametta. Il detenuto ha iniziato a urlare, minacciando di morte il medico e i propri familiari, con particolare riferimento al figlio minore, di cui, evidentemente, conosceva l’esistenza. A fatica e solo con l’intervento degli agenti dell’ infermeria si riusciva ad allontanarlo mettendo in sicurezza l’area sanitaria. Alle 15.30 circa lo stesso detenuto giungeva di nuovo in infermeria con un chiodo piantato in testa". Minacce di morte, spinte e sputi avevano, invece, interessato il medico di guardia il giorno precedente.

"La situazione sta degenerando giorno dopo giorno nel carcere ternano – è la costatazione di Bonino – dove purtroppo i detenuti pensano di poter fare tutto ciò che vogliono, senza nemmeno il timore di essere perseguiti disciplinarmente. Nel frattempo, il personale di polizia penitenziaria vive situazioni inimmaginabili e viene trattenuto in servizio fino ad ora tarda, per assistere a scene di guerriglia interna messa in atto da soggetti impuniti". In questi ultimi giorni l’allarme arriva da Terni, ma gli episodi, come denunciano i sindacati, sono diffusi, quasi una costante. Tanto da richiamare anche le visite dei sottosegretari all’Interno Molteni e Ostellari.