
Maria Carmela De Muro
Perugia, 9 giugno 2017 - «MIA MADRE voleva guarire. Voleva stare meglio... Era in cura a Cagliari ma riteneva che le medicine non l’avessero fatta né migliorare, né peggiorare. Così aveva deciso di venire a Perugia da quel dottore». Parla Luca Anedda, uno dei due figli di Maria Carmela De Muro, la 57enne di Cagliari morta all’alba di martedì nella folle corsa verso il Santa Maria della Misericordia dopo che per 21 giorni si era sottoposta alla terapia del digiuno. Solo tre litri d’acqua e cicli di agopuntura per guarire la sclerosi.
Perché la scelta di questa terapia?
«Aveva visto tutto su internet. Questo dottore diceva di curare anche i tumori con la terapia del digiugno associata all’agopuntura. Diceva che le cellule cattive, non avendo alimentazione, venivano assorbite dalle cellule buone».
Come stava sua madre?
«Prima di partire bene. Poi per ventuno giorni avrebbe dovuto fare questo digiuno abbinato all’agopuntura, anche se a noi non aveva detto in cosa consisteva la cura. Non ci aveva spiegato del digiuno. Adesso abbiamo scoperto che il medico le aveva prolungato la terapia fino a sabato ma lei si era rifiutata perchè – ci ha detto nostro padre – pensava che non le stesse facendo nulla. Che non stesse migliorando».
Cosa è accaduto precisamente?
«La sera prima stava facendo le parole crociate, poi durante la notte, alle 3, si è sentita male. Mio padre le ha dato le pasticche che le aveva consegnato il dottore in caso di mal di pancia. Ne poteva assumere fino a tre. Alle 6 un’altra. Ma ormai aveva gli occhi sbarrati e mio padre ha chiamato l’ambulanza».
Poi la tragedia, improvvisa
«Mia madre è morta appena arrivata al pronto soccorso».
Suo padre ha fatto denuncia...
«Certo... ma ci hanno detto che per verificare se il dottore ha colpe ci vorranno mesi e adesso non possiamo nemmeno vederla, nostra madre».
Quanto ha pagato sua madre per questa terapia?
«Non lo so... non ce l’ha detto. Sembra che alla fine della cura avrebbe dovuto saldare il conto».
La notte in cui Maria Carmela è morta c’era solo Sergio Anedda, il marito, accanto a lei. I figli, Luca e Simone, sono arrivati a Perugia martedì, e ripartiti per la Sardegna. Il padre era confuso, sotto choc e ha continuato a ripetere a medici e poliziotti – di ‘nutrire forti dubbi sull’operato del dottore’.